I pazienti con epatite C o malattia epatica avanzata, che bevono due o tre tazze di caffè al giorno,hanno un rischio del 53% più basso, di progressione della malattia epatica, rispetto ai non bevitori di caffè. A confermarlo è uno studio condotto da Freedman Neal, del Cancer Institute. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Hepatology. Questo studio ha incluso 766 pazienti iscritti al trattamento a lungo termine, contro la cirrosi epatica (HALT-C). I partecipanti al programma , sono stati osservati ogni tre mesi, durante un periodo di circa 3,8 anni di studio. I risultati della ricerca, hanno dimostrato che le persone che bevono due/tre tazze di caffè al giorno, hanno un rischio relativo dell’0,47% di raggiungere gli esiti clinici. Almeno altri 11 studi sono stati condotti in Europa ed in Giappone, per verificare la relazione tra caffè e tumore primario del fegato. Gli studi confermano che c’è una riduzione del 41% del rischio di carcinoma epato cellulare, in persone che bevono caffè. I ricercatori sottolineano inoltre che studi effettuati sugli animali e di laboratorio, hanno indicato che alcuni composti presenti nel caffè, possono agire come agenti di blocco , facendo reagire gli enzimi coinvolti nella detossificazione cancerogena; altri componenti invece, hanno effetti positivi sugli enzimi epatici. La conclusione di una meta analisi,effettuata dall’Istituto Ricerche Mario Negri di Milano, è che “esiste una relazione inversa, tra consumo di caffè e malattia epatica”.