Un team internazionale di ricerca, guidato dall’University of Leeds, ha scoperto che un comune farmaco anti angina potrebbe proteggere il cuore nel caso di avvelenamento da monossido di carbonio. Gli studi su animali hanno dimostrato che che l’anti angina ranolazina, può ridurre significativamente il numero di morti per aritmie causate dall’avvelenamento da monossido di carbonio. I risultati della ricerca potrebbero avere importanti implicazioni per lo sviluppo di un trattamento protettivo per adulti e bambini che sono stati esposti a livelli tossici di questo gas. L’avvelenamento da monossido di carbonio provoca 1,6 milioni di morti nel mondo. Fino ad ora tuttavia, i meccanismi biochimici sottostanti che causano danni al cuore, non sono stati pienamente compresi. La ranolazina, venduta con il nome commerciale di Ranexa, è stata approvata nel 2006 negli Stati Uniti per il trattamento dell’angina. Il farmaco funziona concentrandosi su un canale del sodio nel cuore, lo stesso canale che può indurre battiti cardiaci irregolari. Gli studiosi hanno studiato l’effetto della ranolazina su singole cellule cardiache, per capire perchè il monossido di carbonio causa aritmie. Il farmaco, sperimentato su topi esposti al gas, ha dimostrato di ridurre marcatamente la possibilità di aritmia negli animali. Mentre il legame tra monossido mdi carbonio ed aritmie era noto da tempo, questa è la prima ricerca che svela il meccanismo di fondo. A livello molecolare, gli studiosi hanno dimostrato che il meccanismo sottostante sviluppato da avvelenamento da monossido di carbonio è un aumento del livello di ossido nitrico all’interno della cellula che a sua volta altera le funzioni del canale di sodio nel cuore, sviluppando aritmie. Il prossimo passo sarà quello di replicare questi studi su pazienti umani.