Immagine: questa immagine mostra le differenze di attività cerebrale nelle pazienti affette da anoressia.Credit: The Lancet,
Un piccolo studio condotto su 16 persone suggerisce che la stimolazione cerebrale profonda è sicura e potrebbe aiutare a migliorare l’umore, l’ansia e il benessere e contribuire all’aumento di peso, nelle persone affette da anoressia.
La stimolazione cerebrale profonda modifica i circuiti cerebrali che guidano i sintomi dell’anoressia nervosa e contribuisce a migliorare la salute mentale e fisica dei pazienti, secondo il piccolo studio pubblicato su The Lancet Psychiatry .
Pur avendo il più alto tasso di mortalità rispetto a qualsiasi altro disturbo psichiatrico, ci sono diverse strategie efficaci per gestire l’anoressia resistente al trattamento. Lo studio suggerisce che la stimolazione cerebrale profonda è sicura e potrebbe contribuire a migliorare alcuni sintomi dell’ anoressia.
In tutto il mondo, lo 0,5% delle persone sono affette da anoressia, una condizione che colpisce soprattutto ragazze adolescenti. Il disturbo alimentare è caratterizzato da preoccupazioni persistenti circa il peso, la forma e le dimensioni del corpo. Molti pazienti sperimentano disturbi dell’umore e d’ansia, negano la loro malattia ed evitano di cercare aiuto medico.
L’ anoressia cronica provoca gravi problemi di salute a causa della malnutrizione, come ossa e muscoli deboli, problemi sessuali, infertilità, problemi cardiaci e convulsioni. La condizione può essere fatale.
Il piccolo studio ha seguito 16 donne di età compresa tra i 21 ed i 57 anni che soffrivano di anoressia ed erano gravemente sottopeso (con un indice medio di massa corporea (BMI) di 13,8). Queste pazienti sono state selezionate per lo studio tra tutte le altre, perchè i trattamenti disponibili che avevano ricevuto erano risultati inefficaci ed erano a rischio di morte precoce a causa della condizione.
Tutte le pazienti sono state sottoposte alla stimolazione cerebrale profonda che consiste nell’impianto di elettrodi che stimolano le aree del cervello che controllano i comportamenti disfunzionali. La tecnica è attualmente utilizzata per indirizzare i circuiti cerebrali che causano distonia e tremori nella malattia di Parkinson ed ha dimostrato di essere efficace nel controllo dei sintomi.
Lo studio ha esaminato come la stimolazione cerebrale nelle pazienti con anoressia, ha influenzato l’ indice di massa corporea, l’umore, l’ansia e il benessere. Usando scansioni PET, i ricercatori hanno potuto osservare anche come l’attività cerebrale è cambiata dopo un anno di stimolazione.
Gli elettrodi sono stati collocati nella cingolato subcalloso delle pazienti, una zona situata al centro del cervello . Una volta impiantati, gli elettrodi hanno stimolato la zona per un anno a un livello di 5 – 6,5 volt ogni 90 microsecondi.
Mentre i sintomi psicologici sono migliorati subito dopo l’inizio della stimolazione, le variazioni di peso sono avvenute dopo tre mesi, il che suggerisce che migliorare i sintomi della salute mentale può precedere o addirittura permettere variazioni di peso. Nel corso dello studio, il BMI medio del gruppo è aumentato fino a 17,3 – un incremento di 3,5 punti – e sei pazienti hanno raggiunto una normale BMI (di 18,5 o più).
Confrontano i risultati delle scansione per rilevare l’attività del cervello prima del trattamento e dopo un anno di stimolazione, i ricercatori hanno scoperto che ci sono stati cambiamenti nelle regioni legate all’ anoressia, suggerendo che la stimolazione cerebrale profonda è stata in grado di influenzare direttamente i circuiti cerebrali connessi. E’ stata rilevata una maggiore attività nelle aree corticali periferiche che sono anche collegate alla percezione sociale e al comportamento.
“L’anoressia rimane il disturbo psichiatrico con il più alto tasso di mortalità e vi è un urgente bisogno di sviluppare trattamenti sicuri e più efficaci”, ha detto l’autore dello studio, il Prof. Andres Lozano dell” Università di Toronto. ” Tuttavia, prima che il nuovo trattamento diventi disponibile per i pazienti affetti da anoressia, sono necessarie ulteriori ricerche. I nostri risultati sottolineano la necessità di continuare la ricerca nelle strategie innovative di neuromodulazione per trattare l’anoressia nervosa ed i disturbi psichiatrici più in generale”.
I ricercatori fanno notare alcune limitazioni del loro lavoro, compreso che il gruppo era piccolo e che non c’era nessun gruppo di controllo. Inoltre, tutti i pazienti erano consapevoli del trattamento ed i risultati osservati potrebbero essere influenzati dall’ effetto placebo. Gli autori confermano comunque, che questa ipotesi è improbabile poichè dopo un anno, i risultati sono stati confermati dalle scansioni dell’attività cerebrale.
La stimolazione cerebrale profonda è risultata associata a molti eventi avversi, solo 1 dei quali ( crisi durante la programmazione, circa 2 settimane dopo la chirurgia ) grave. Altri eventi avversi collegati sono stati attacchi di panico dopo la chirurgia, nausea, emboli gassosi e dolore.
Scrivendo in un commento all’articolo, il Dr. Carrie McAdams dell’ Università del Texas ha detto: “Il trattamento convenzionale dell’ anoressia nervosa include modifiche comportamentali per migliorare l’alimentazione, in combinazione con la terapia psicologica per affrontare distorsioni cognitive legate alla stima di sé e all’insoddisfazione generata dal proprio corpo. Tuttavia, dopo il trattamento intensivo, quasi la metà delle donne adulte hanno una ricaduta nell’anoressia nervosa, entro un anno … L’umore e la funzione sociale richiedono ulteriori analisi come potenziali fattori neurali che potrebbero perpetuare l’anoressia nervosa negli adulti”.
Fonte: The Lancet Psychiatry