I ricercatori dell’Università dell’Ohio, in collaborazione con l’Università della California di San Diego, sembrano aver trovato la possibilità di ridurre del 90% la produzione di proteine beta amiloide, considerate la principale causa di sviluppo del Morbo di Alzheimer, grazie all’eliminazione di un particolare enzima. La sperimentazione è stata effettuata su animali di laboratorio ed è stata pubblicata sulla rivista Neuron. Per ridurre la produzione di peptide beta amiloide di cui sono costituite le placche che si formano nel cervello e che causano la malattia di Alzheimer, bisogna eliminare l’enzima JnK3. Questa molecola favorisce la produzione di una proteina che a sua volta, stimola la produzione di peptidi di peptidi beta amiloidi. Osservando i pazienti affetti da Alzheimer, gli scienziati hanno scoperto che l’attività dell’enzima Jnk3, era più alta del 30-40%, rispetto alla norma. Nello studio i ricercatori hanno provato ad eliminare geneticamente l’enzima, nelle cavie affette da Alzheimer, portatrici della mutazione del DNA. Dopo sei mesi di eliminazione della molecola, la riduzione di peptide beta amiloide era del 90%, nelle cavie trattate e dopo un anno, del 70%. A seguito del trattamento, gli animali dimostravano anche un miglioramento cognitivo pari all’80% di una persona sana, contro il 40% di quelli malati. Gli autori della ricerca, non sanno ancora come Jnk3 aumenta, ma i risultati mostrano che è proprio questo enzima che porta allo sviluppo delle beta amiloidi. L’ipotesi è che una delle cause possa essere lo stress del reticolo endoplasmatico, l’organulo complesso, presente in ogni cellula e che è sede della sintesi proteica. Ad oggi, gli scienziati stanno cercando di sintetizzare gli inibitori Jnk3 che possono migliorare le funzioni cognitive.
Alzheimer, scoperta incredibile: un enzima la causa
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