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Alzheimer: mappata per la prima volta la struttura molecolare delle beta-amiloidi

Un gruppo di ricercatori della Binghamton University e della University of Colorado Denver, ha per la prima volta mappato la struttura molecolare di un aggregato proteico aggressivo che provoca l’accelerazione della progressione della malattia di Alzheimer.

“Circa il 10 percento dei casi di Alzheimer deriva da mutazioni familiari”, ha affermato Wei Qiang, assistente Professore di chimica e biofisica alla Binghamton University. “Gli altri casi, il 90 percento, sono causati da proteine amiloidi ripiegate male. Dobbiamo comprendere le basi molecolari di questa patologia. In tal modo, un giorno potremmo creare farmaci che prevengono gli effetti degenerativi della malattia”.

La malattia di Alzheimer inizia a svilupparsi quando frammenti proteici tossici chiamati beta-amiloidi si organizzano in catene note come fibrille che si accumulano e uccidono le cellule cerebrali. Qiang, insieme ai ricercatori dell’Università del Colorado Denver, ha usato la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare ad alta risoluzione per studiare queste fibrille. 

Il loro lavoro ha rivelato che queste fibrille possiedono importanti variazioni nella struttura molecolare delle deposizioni amiloidi nel cervello umano. Ancora più importante, le fibrille potrebbero servire come “semi” per un’ulteriore deposizione di fibrille che è un potenziale fattore di rischio nella patologia dell’Alzheimer. 

Vedi anche, Neuroni iperattivi in alcune zone del cervello sono segni precoci di Alzheimer.

“Questo lavoro descrive un modello strutturale molecolare per una variante di fibrilla beta-amiloide patologicamente rilevante“, ha detto Qiang. “Abbiamo dimostrato che questa variante potrebbe portare alla rapida semina di nuove fibrille amiloidi, il che potenzialmente contribuisce alla diffusione e all’amplificazione della deposizione di amiloide nel cervello umano“.

Qiang e il suo team stanno esaminando diversi altri tipi di varianti di fibrille e in particolare, la correlazione tra le variazioni strutturali, le loro capacità di semina e i livelli di tossicità cellulare risultanti.

“Abbiamo già ottenuto risultati entusiasmanti e un nuovo manoscritto che descrive queste ulteriori scoperte è in preparazione”, ha detto Qiang.

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