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Alzheimer: dieta a base di lipidi rallenta la progressione e riduce i sintomi

I ricercatori hanno messo a punto diverse diete a base di lipidi volte a rallentare la progressione e alleviare i sintomi della malattia di Alzheimer.

La malattia di Alzheimer (AD) è la più comune malattia sottostante problemi di memoria e demenza negli anziani. Una delle patologie invariabili in AD è la degenerazione delle sinapsi colinergiche nella corteccia cerebrale e nell’ippocampo. Nonostante l’enorme sforzo per scoprire un trattamento efficace, attuali interventi farmacologici sono limitati a un paio di farmaci che alleviano i sintomi, ma non rallentano i processi di base della malattia. Questi farmaci comprendono gli inibitori della colinesterasi, enzimi che degradano il neurotrasmettitore acetilcolina, o memantina, un modulatore del neurotrasmettitore glutammato.

E’ generalmente accertato che lo stile di vita e le abitudini alimentari possono influenzare la salute mentale, la prevalenza e la progressione di AD. Numerosi studi epidemiologici hanno rivelato effetti vantaggiosi dell’ assunzione di olio di pesce, in particolare sul declino cognitivo durante l’invecchiamento e nel caso di demenza.

All’interno del progetto LipiDiDiet finanziato dall’UE, FP7-211696, “Therapeutic and preventive impact of nutritional lipids on neuronal and cognitive performance in aging, Alzheimer´s disease and vascular dementia”, i ricercatori hanno messo a punto diverse diete a base di lipidi volte a rallentare la progressione e alleviare i sintomi dell’alzheimer. Per la sperimentazione è stato utilizzato un modello di topo transgenico di AD, alimentato con diete sperimentali contenenti olio di pesce o stigmasterolo, uno sterolo di origine vegetale. Nei topi trattati è stata invertita significativamente la diminuzione della capacità di risposta dei recettori colinergici muscarinici dell’ippocampo all’ acetilcolina. Solo la dieta a base di olio di pesce arricchita con sostanze nutritive che sostengono la neuroprotezione (dieta Fortasyn) ha aumentato oltre alla densità dei recettori muscarinici colinergici, le sinapsi nell’ippocampo.

Questi risultati producono un’ importante prova di principio secondo cui l’assunzione regolare di componenti specifici della dieta possono aiutare a prevenire alcuni dei principali primi cambiamenti funzionali che avvengono nel cervello di Alzheimer. Questi risultati sostengono anche la vitalità del metodo dietetico in AD.

Fonte: Alzheimer Research . Pubblicato online il febbraio 2016 doi: 10,2174 / 1567205012666151027130350

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