Quali cambiamenti nel cervello sono causati dalla malattia di Alzheimer? In che modo questi cambiamenti differiscono da quelli osservati nel normale processo di invecchiamento?
Ricercatori del CNRS, dell’École pratique des hautes études (EPHE) e dell’Università di Valencia (Spagna) hanno cercato di rispondere a queste domande analizzando oltre 4.000 risonanze magnetiche di cervelli sani e malati utilizzando la piattaforma “volBrain“. I loro modelli, pubblicati nell’edizione dell’8 marzo 2019 di Scientific Reports, rivelano una prima atrofia dell’amigdala e dell’ippocampo a 40 anni, nei pazienti con malattia di Alzheimer.
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La malattia di Alzheimer è caratterizzata da cambiamenti nel cervello, alcuni dei quali possono essere misurati utilizzando biomarcatori come le dimensioni di diverse aree del cervello. Lo studio di questi biomarcatori ha mostrato che alcune strutture cerebrali si restringono in presenza del morbo di Alzheimer ben prima che compaiano i primi segni di demenza. Rimangono tuttavia le domande chiave: quando e in che modo i cambiamenti in questi biomarcatori differiscono tra un soggetto sano e uno con l’Alzheimer, ad esempio?
Per rispondere a queste domande, i ricercatori del Laboratoire bordelais de recherche en informatique (LaBRI) (CNRS / Bordeaux INP / Université de Bordeaux), presso l’Aquitaine Institute for Cognitive e Integrative Neuroscience (CNRS / Université de Bordeaux / EPHE) e l’Università di Valencia (Spagna), hanno creato un modello che traccia i cambiamenti e l’attività del cervello per un’intera vita utilizzando una serie massiccia di oltre 4.000 scansioni MRI elaborate con la piattaforma volBrain. Prima di questo, gli scienziati non avevano immagini che coprivano ogni periodo della vita di un malato di Alzheimer. I ricercatori hanno deciso di modellare i cambiamenti generalmente visti nei volumi di diverse strutture, utilizzando una grande quantità di campioni al fine di individuare dove i cervelli sani si sono allontanati da quelli malati, nel tempo.
Sulla base delle scansioni MRI da 2.944 soggetti sani di controllo di età compresa tra 9 mesi e 94 anni, il team ha sviluppato un modello “normale” di cambiamenti cerebrali medi, confrontati con un modello patologico basato su risonanza magnetica da 1.385 pazienti affetti da Alzheimer di età superiore ai 55 anni e 1.877 giovani soggetti di controllo. I loro risultati mostrano una divergenza precoce tra i modelli patologici e la traiettoria normale dell’invecchiamento dell’ippocampo prima dei 40 anni e dell’amigdala intorno ai 40 anni. Entrambe queste strutture soffrono di atrofia in presenza del morbo di Alzheimer. È anche evidente un primo allargamento, in pazienti con la malattia, di una cavità interna nel cervello nota come ventricolo laterale. Questo allargamento fa parte del processo di invecchiamento anche in soggetti normali.
Fonte, Nature