Il cancro della prostata è la seconda causa di decessi per cancro negli uomini, con circa 192,280 nuovi casi diagnosticati ogni anno. La dieta è considerata uno dei fattori più importanti di rischio controllabile per malattie infiammatorie e della prostata tra cui iperplasia prostatica benigna (BPH), prostatite e cancro della prostata. Un team di ricercatori del Western Reserve of Medicine, si è concentrato sulla comprensione di meccanismi e sugli effetti deleteri di una dieta ricca di grassi, sulla prostata. In precedenza, i ricercatori hanno dimostrato che il fattore nucleare Kappa B (NF-KB), un complesso proteico che controlla la trascrizione del DNA che viene attivato come risultato di infiammazione e stress, è attivo in adenocarcinoma prostatico ed è correlato alla progressione tumorale. Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista The Prostate, dimostra che una dieta ricca di grassi attiva NF-KB nelle cavità addominali, milza, timo e nella prostata. La ricerca fornisce prove dirette che una dieta ricca di grassi provoca la proliferazione, l’infiammazione e lo stress ossidativo che possono portare ad infiammazione intraprostatica. I risultati suggeriscono che una dieta a basso contenuto di grassi, ricca di frutta, verdura e che eviti l’assunzione di cibi altamente energetici, limiti il consumo di prodotti latteo caseari, limiti l’eccesso di calcio, può essere utile nella prevenzione di cancro alla prostata e prostatiti. In particolare il consumo di pomodori, cavolfiori, broccoli, the verde, vitamine tra cui la vitamina E e selenio, sembra proporre una riduzione del rischio di malattia prostatica.
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