A proposito di colina, di che si tratta?
La colina è un nutriente essenziale per la corretta funzionalità cellulare e svolge numerosi compiti nell’organismo: essa è necessaria per la sintesi dei fosfolipidi, è fondamentale nel metabolismo e nel trasporto dei lipidi dal fegato, è utilizzata per la sintesi dell’acetilcolina nel sistema nervoso centrale e periferico ed è inoltre la principale risorsa di gruppi metilici nella dieta: attraverso la formazione dell’intermedio betaina, la colina determina la metilazione dell’omocisteina in metionina.
Uno studio sperimentale sui ratti ha dimostrato che consumare colina, una sostanza nutriente della vitamina del gruppo B e che si trova negli alimenti come uova, pollo, fegato, carne di manzo, soia e germe di grano, aiuta a migliorare la memoria a lungo termine e la capacità di attenzione e di partecipazione. Lo studio, condotto da scienziati dell’Università di Granada (Spagna), Università Simón Bolívar del Venezuela e l’Università di York nel Regno Unito, ha rivelato che la colina è direttamente coinvolta nell’ attenzione e processi di memoria.
Essa, oltre a essere indispensabile per il funzionamento del sistema neurotrasmettitoriale colinergico, è importante per il corretto sviluppo del sistema nervoso centrale. Nei roditori l’apporto di colina durante la prima settimana di gestazione è indispensabile per la corretta chiusura del tubo neurale; tardivamente, invece, la colina è in grado di regolare la proliferazione, la migrazione e la sopravvivenza dei neuroni di aree cerebrali ancora in fase di sviluppo, in particolare dell’ippocampo, regione del cervello implicata nell’apprendimento di informazioni di tipo esplicito e spaziale (Albright et al., Dev Brain Res 113: 13-20, 1999). L’influenza della colina sullo sviluppo cerebrale, pertanto, determina ripercussioni rilevanti anche sul piano comportamentale. Infatti, privazioni di colina durante la fase tardiva dello sviluppo embrionale, o nella fase immediatamente postatale, compromettono in modo irreversibile la performance di topi o ratti addestrati in compiti di memoria spaziale.
In questo nuovo studio, i ricercatori hanno studiato gli effetti degli integratori alimentari di colina nei ratti, in due esperimenti volti ad analizzare l’influenza di assunzione di vitamina B, sui processi di memoria e di attenzione.
Nel primo esperimento, gli scienziati hanno somministrato la colina ai ratti, durante il terzo periodo di gestazione, al fine di determinare l’effetto prenatale della colina sui processi di memoria della loro progenie. Tre gruppi di ratti in stato di gravidanza sono stati trattati con alimenti ricchi di colina, alimenti standard o diete carenti di colina. Quando la loro prole ha raggiunto l’età adulta, è stato selezionato un campione di 30 ratti: 10 erano prole femminile del gruppo alimentato con supplemento di colina, 10 avevano seguito una dieta carente di colina e gli altri 10 avevano seguito una dieta standard, in qualità di un gruppo di controllo.
Memoria a lungo termine
Questo campione di figli adulti ha subito un esperimento per misurare il grado di memoria. I risultati hanno dimostrato che l’assunzione di colina nella fase prenatale, migliora la memoria a lungo termine nella prole risultante, una volta raggiunta l’età adulta.
Nel secondo esperimento, i ricercatori hanno misurato i cambiamenti di attenzione che si sono verificati nei ratti adulti alimentati con un supplemento di colina per 12 settimane, rispetto a quelli senza assunzione di colina. Essi hanno scoperto che i topi che avevano assunto la colina, avevano un’ attenzione maggiore degli altri rispetto ad uno stimolo familiare con un nuovo significato, mentre il gruppo di controllo, alimentato con una dieta standard, ha mostrato un ritardo di apprendimento rispetto a questo stesso stimolo. Tuttavia, i ratti alimentati con colina, hanno mostrato un calo attenzione allo stimolo familiare, imparando rapidamente un nuovo significato.
I ricercatori hanno concluso che supplemento di colina migliora la memoria e l’attenzione.
Fonte Science Daily
Lo studio è stato recentemente pubblicato su Nutritional Neuroscience e Behavioural Brain Research .