HomeSaluteAnestesia generale: nuova tecnica di ventilazione meccanica

Anestesia generale: nuova tecnica di ventilazione meccanica

Un nuovo metodo per ventilare meccanicamente i pazienti in anestesia generale, che riduce il rischio di complicazioni  polmonari e respiratorie postoperatorie , è stato sviluppato dal Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria, in collaborazione con il Dipartimento di Anestesiologia dell’Azienda Ospedaliera di Circolo e Fondazione Macchi di Varese.

La ricerca, guidata dal professor Paolo Severgnini, anestesista rianimatore e tossicologo dell’Ospedale di Circolo di Varese e docente del Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria, è stata pubblicata dalla rivista  “Anestesiology” ed è stata presentata  al recente convegno della Società Europea di Anestesiologia (ESA) svoltosi a Barcellona dall’1 al 4 giugno 2013.

Dallo studio è emerso che mentre la tradizionale  tecnica di ventilazione meccanica nell’anestesia generale, che  risale agli anni ’60,  basata sulla ventilazione considerata fino ad oggi “fisiologica” con volumi “ampi”, può creare  danni ai polmoni, la  tecnica di “ventilazione protettiva” sperimentata (“protective ventilation”) con volumi ridotti e manovre atte a tenere il polmone “aperto” riduce i rischi di complicazioni.La sperimentazione ha dimostrato che nei giorni successivi all’ intervento, i pazienti rispondevano bene ai test di funzionalità respiratoria e presentavano  minori alterazioni delle radiografie toraciche e un buon livello di ossigenazione nel sangue”, ha spiegato Severgnini.

Si stima che ogni anno nel mondo vengono effettuate 234 milioni di anestesie generali per procedure chirurgiche maggiori e che nel paziente a medio rischio, il 13.3% ha la probabilità di avere complicanze polmonari post-operatorie (l’incidenza scende all’1.6% nei pazienti a basso rischio e si eleva al 42.1% in quelli ad alto rischio). Da questi dati è emersa la necessità di introdurre un nuovo protocollo nelle impostazioni della ventilazione meccanica che riduca il rischio di tali complicanze, prima tra tutte la polmonite postoperatoria”.
La sperimentazione è stata effettuata su 56 pazienti, scelti da una popolazione di 527, che comprendeva pazienti complessi e a medio rischio, ossia coloro che per svariati fattori (dall’età avanzata, alla lunghezza dell’intervento, alle condizioni generali) presentavano una maggiore probabilità di sviluppare dopo l’intervento, una polmonite. La tecnica consiste nel somministrare al paziente, durante l’anestesia generale in ventilazione meccanica, un volume ridotto di gas, rispetto a quello protocollare e contestualmente  “tenere aperto il polmone” al fine di evitare una chiusura del polmone stesso (atelectasia), che è alla base poi delle complicanze post-operatorie”.

Per allargare la sperimentazione  si è formato un gruppo di lavoro internazionale, promosso all’ ESA che ha sperimentato la “protective ventilation” su un campione di 900 pazienti in tutto il mondo, con il programma sperimentale “Provhilo”ed  a cui hanno aderito medici e anestesisti provenienti da Università, Centri ricerca e Ospedali di tutta Europa: Amsterdam, Dresda, Montpellier, Barcellona, Vienna, Bonn, Uppsala, Leipzig.

“La sperimentazione è conclusa, adesso stiamo valutando i risultati –  ha spiegato Severgnini – che porteranno una vera e propria rivoluzione nelle sale operatorie di tutto il mondo”.

Fonte Androkronos

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