Alzheimer-immagine credit public domain.
La malattia di Alzheimer è una delle principali cause di morte e perdita di funzionalità nel mondo sviluppato. Le donne sono quasi due volte più vulnerabili allo sviluppo di demenza correlata all’Alzheimer; tuttavia, la base molecolare di questo fenomeno, così come la patogenesi della malattia stessa, sono molto dibattute.
Si ritiene ampiamente che la neurodegenerazione dei pazienti affetti da Alzheimer abbia una base genetica, ma i meccanismi genetici proposti spaziano dalle più piccole mutazioni di singoli geni e polimorfismi a singolo nucleotide (SNP), fino alle instabilità cromosomiche e alle variazioni del numero dei cromosomi, note come aneuploidie.
In effetti, l’aneuploidia del cromosoma 21, che si manifesta con la presenza di tre cromosomi 21, invece di soli due, è stata suggerita in diverse occasioni come coinvolta nell’Alzheimer. La trisomia del cromosoma 21 è ben nota per guidare lo sviluppo della sindrome di Down e sono stati osservati significativi parallelismi neurologici tra le due condizioni.
Tuttavia, gli scienziati ora suggeriscono che l’aneuploidia a mosaico potrebbe essere una caratteristica comune nel cervello dei malati di Alzheimer, che coinvolge altri cromosomi oltre al famoso cromosoma 21.
Un nuovo studio pubblicato il 6 marzo su Molecular Cytogenetics sostiene che l’aneuploidia del cromosoma X, il cromosoma sessuale “femminile”, svolge un ruolo importante nel cervello dei malati di Alzheimer.
I ricercatori hanno riscontrato livelli significativi di aneuploidia del cromosoma X nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, con un evidente aumento nell’ippocampo, area del cervello più suscettibile alla neurodegenerazione, compresa quella provocata dall’Alzheimer.
Finora, questa è la prima segnalazione di mosaicismo cromosomico in aree specifiche del cervello che coinvolgono il cromosoma X, il che potrebbe spiegare la maggiore incidenza dell’Alzheimer nelle donne, poiché le donne hanno due cromosomi X, mentre gli uomini hanno un cromosoma X e un cromosoma Y.
La perdita del cromosoma X è, infatti, un noto marcatore dell’invecchiamento nei cervelli femminili, ed è stata correlata all’aneuploidia in studi precedenti. È quindi impellente trovare un collegamento tra aneuploidie del cromosoma X e demenza, che è intrecciato con la senescenza cellulare e l’invecchiamento precoce del cervello.
È importante considerare che l’instabilità del numero di cromosomi potrebbe essere una caratteristica più universale delle condizioni neurodegenerative e psichiatriche che colpiscono il cervello umano, tra cui la schizofrenia e l’autismo. I ricercatori suggeriscono che le instabilità cromosomiche potrebbero derivare da eventi nello sviluppo cerebrale postnatale precoce, portando all’insorgenza di disturbi cognitivi molto più tardi nella vita.
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Mentre l’aneuploidia del cromosoma X a mosaico può essere osservata anche nei cervelli anziani di individui sani, il rapporto mostra che le cellule neurali nell’Alzheimer sono colpite molto di più rispetto all’invecchiamento cerebrale naturale. Tale scoperta stabilisce il cromosoma X come un fattore nella patogenesi dell’Alzheimer, che potrebbe essere sfruttato nello sviluppo di strategie preventive e terapeutiche per la malattia.
Fonte: www.technology.org