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Morbo di crohn: scoperto possibile fattore scatenante

Morbo di crohn-Immagine: micrografia ad alto ingrandimento del morbo di Crohn. Colorazione H&E. Credito: Nephron/Wikipedia

Di Anja Lapac,

Le interruzioni delle funzioni mitocondriali hanno un’influenza fondamentale sul morbo di Crohn. Questa connessione è stata ora dimostrata dai ricercatori della Technical University of Munich (TUM). In uno studio pubblicato su Cell Host & Microbe, mostrano che i mitocondri difettosi nei topi scatenano sintomi di infiammazione intestinale cronica e influenzano il microbioma.

I sintomi tipici del morbo di Crohn includono diarrea cronica, dolore addominale e febbre. Sebbene le cause del morbo di Crohn non siano ancora del tutto note, è noto da alcuni anni che i cambiamenti nel microbioma intestinale (vale a dire la comunità di microbi che vive nel tratto intestinale) sono associati a malattie infiammatorie. Alcuni ricercatori vedono questi cambiamenti, le cui cause rimangono sconosciute, come l’innesco della malattia.

Un team che lavora con Dirk Haller, Direttore del dipartimento di nutrizione e immunologia e Direttore dell’Institute for Food and Health presso la TUM (ZIEL), ha ricercato le cause di questi cambiamenti nel microbioma e ha studiato l’interazione tra microbioma, epitelio intestinale e mitocondri.

L’epitelio intestinale è uno strato cellulare che riveste l’interno dell’intestino, assorbe i nutrienti e combatte i patogeni. I mitocondri sono piccole strutture cellulari che convertono i nutrienti in energia e quindi influenzano il metabolismo cellulare e la capacità delle cellule di svolgere le loro funzioni.

Scoperto possibile fattore scatenante del morbo di Crohn: i mitocondri disfunzionali interrompono il microbioma intestinale
Abstract grafico. Credito: Cell Host & Microbe (2024).

La rottura dei mitocondri porta a cambiamenti nel microbioma

Dirk Haller e il suo team hanno ipotizzato che i mitocondri non solo svolgano la funzione di centrali energetiche delle cellule, ma interagiscano anche con il microbioma.

Inoltre, ricerche precedenti hanno dimostrato che l’epitelio intestinale dei pazienti con infiammazione intestinale cronica presenta alcuni marcatori di stress che indicano un possibile malfunzionamento mitocondriale.

Per il loro studio, i ricercatori hanno quindi interrotto la funzione mitocondriale nei topi eliminando un segmento genico responsabile della produzione della proteina Hsp60. Questa proteina è essenziale per la capacità dei mitocondri di svolgere i loro compiti. L’intervento ha innescato vari processi nell’intestino.

Per prima cosa, sono state identificate lesioni tissutali nell’epitelio intestinale simili a quelle osservate nei pazienti affetti dal morbo di Crohn. Sono state osservate anche modifiche a livello di attivazione genica tipiche di alcune fasi della malattia. Inoltre, uno sviluppo essenziale per la questione indagata dal team, il microbioma ha risposto ai mitocondri interrotti modificandone la composizione.

Di conseguenza, Dirk Haller e il suo team sono riusciti a dimostrare per la prima volta che le interruzioni dei mitocondri sono causalmente correlate al danno tissutale nell’intestino e innescano anche cambiamenti nel microbioma correlati alla malattia.

Prospettive per i nuovi farmaci

Questa intuizione potrebbe rivelarsi importante per le persone con condizioni infiammatorie perché presenta potenziali approcci per nuovi trattamenti. Attualmente, il trattamento è limitato ad alleviare i sintomi della malattia con farmaci antinfiammatori.

La grande speranza è di trovare ingredienti attivi che ripristinino la funzionalità dei mitocondri interrotti, in altre parole, di ripararli in un certo senso. Ciò limiterebbe il danno intestinale come fattore scatenante per i processi di infiammazione cronica“, afferma Dirk Haller.

Leggi anche:Morbo di Crohn: promettente terapia a base di cellule staminali

I nostri risultati suggeriscono che i farmaci che agiscono sui percorsi mitocondriali o che affrontano le connessioni tra il microbioma e i mitocondri potrebbero rappresentare un aspetto fondamentale per trattamenti migliori”.

Fonte:Cell Host & Microbe

 

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