Metformina/studio-Immagine: Abstract grafico. Credito: Cell (2024).
Un team di biologi affiliati a diverse istituzioni in Cina, in collaborazione con un collega negli Stati Uniti, ha scoperto che somministrare alle scimmie cynomolgus il farmaco antidiabetico metformina può ridurre l’invecchiamento di diversi organi, tra cui il cervello.
Nell‘articolo pubblicato sulla rivista Cell, il gruppo descrive lo studio durato quasi quattro anni condotto su diverse scimmie cynomolgus, incentrato sull’impatto della metformina sull’organismo.
Ricerche precedenti e prove aneddotiche hanno suggerito che il farmaco metformina, che è stato storicamente somministrato per aiutare a curare i pazienti con diabete di tipo 2, ha un certo grado di componente anti-invecchiamento. Studi che hanno coinvolto la sua somministrazione a roditori, mosche e vermi hanno trovato accenni di ringiovanimento e le persone che hanno assunto il farmaco a lungo termine hanno anche riferito di sentirsi più giovani più a lungo hanno assunto il farmaco. In questo nuovo sforzo, il team di ricerca ha condotto uno studio di 40 mesi progettato specificamente per saperne di più sull’impatto del farmaco sull’età biologica dei mammiferi.
Il lavoro del team ha comportato la somministrazione del farmaco a 12 macachi cynomolgus maschi anziani e ad altre 18 scimmie cynomolgus ogni giorno per 40 mesi. Prima e periodicamente durante lo studio, i ricercatori hanno raccolto campioni di tessuto da più organi, hanno eseguito scansioni del loro cervello e condotto test fisici e mentali per monitorare eventuali cambiamenti nella loro età biologica fino al livello cellulare.
Il team di ricerca ha trovato prove di un rallentamento dell’invecchiamento biologico in molti organi, tra cui reni, polmoni e pelle. I ricercatori hanno anche scoperto che l’organo che sembrava trarne i maggiori benefici era il cervello.
Tutte le scimmie hanno visto un rallentamento del declino correlato all’età, alcune al punto che la loro attività neurale assomigliava a quella di una scimmia dello stesso tipo di sei anni più giovane. In uno sguardo più attento a come il farmaco potrebbe aiutare a rallentare il declino cerebrale correlato all’età, i ricercatori hanno scoperto che attiva le cellule che producono una proteina chiamata NRF2, che ricerche precedenti hanno dimostrato protegge dai danni cellulari durante gli attacchi di infiammazione.
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Il team di ricerca riconosce che lo studio è stato limitato dal suo focus monogenere, dalla durata e dal numero di scimmie coinvolte e, per questo motivo, suggerisce di intraprendere uno studio molto più ampio e lungo, che includa test sugli esseri umani.
Fonte:Cell