Ricerche recenti evidenziano i ruoli fisiologici benefici delle cellule senescenti, suggerendo che prenderle di mira nei trattamenti antietà potrebbe essere controproducente e rischioso. Credito: SciTechDaily.com
La “senescenza” comprende una varietà di processi e cellule con funzioni sia benefiche che dannose, pertanto non è accurato attribuire esclusivamente ad essi l’invecchiamento.
“La ricerca di trattamenti di ringiovanimento spesso prende di mira le cellule senescenti, nonostante in molti casi recenti abbiano un ruolo fisiologico positivo per la salute“, ha avvertito un importante ricercatore.
In un articolo recentemente pubblicato su Science, il Professor Joao Pedro de Magalhaes dell’Università di Birmingham identifica che le cellule senescenti che sono state variamente definite responsabili dell’invecchiamento, hanno in realtà vari impatti positivi sulla salute e prenderle di mira a livello terapeutico potrebbe essere dannoso.
Il duplice ruolo della senescenza nella salute
Il Professor de Magalhaes sottolinea l’importante ruolo che la senescenza cellulare svolge nello sviluppo di numerosi tessuti e organi, nonché:
- infiammazione e guarigione delle ferite,
- soppressione del tumore,
- secrezione di insulina nelle cellule beta del pancreas,
- ruoli strutturali nel sistema vascolare e nella placenta.
La senescenza è stata osservata anche nella rigenerazione dei tessuti in alcuni animali, compresi i topi, dove le cellule stellate epatiche, cruciali per il normale funzionamento del fegato, diventano senescenti in seguito a una lesione.
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Spiegano gli autori:
“L’invecchiamento della popolazione mondiale ha intensificato l’interesse per la comprensione del processo di invecchiamento e l’elaborazione di strategie e interventi per prolungare una durata di vita sana. La senescenza cellulare, quando la crescita delle cellule si arresta irreversibilmente dopo un periodo di proliferazione cellulare in vitro o in risposta a stress subletale o all’espressione di oncogeni, svolge un ruolo nei fenotipi dell’invecchiamento e nelle malattie associate all’età. Prove crescenti mostrano che le cellule senescenti hanno anche funzioni fisiologiche essenziali, come la soppressione del tumore, lo sviluppo, la guarigione delle ferite, il rimodellamento dei tessuti, la rigenerazione e il sistema vascolare. Ciò solleva importanti domande sulle somiglianze e le differenze tra i tipi di cellule senescenti e su come funzionano nell’omeostasi e nella patologia, e crea ulteriori sfide nel prenderle di mira a livello terapeutico. Nonostante l’importanza della senescenza cellulare nella soppressione del tumore e nei fenotipi dell’invecchiamento, la sua definizione precisa è ancora dibattuta. Inoltre, non esiste un singolo biomarcatore di senescenza ma piuttosto diversi marcatori, tra cui l’arresto della crescita, l’attività della b-galattosidasi associata alla senescenza, il danno al DNA associato ai telomeri e l’espressione degli inibitori del ciclo cellulare p16 e p21, che sono stati utilizzati per identificare e a volte quantificano le cellule senescenti sia in vitro che in vivo. È stato scoperto che le cellule senescenti secernono citochine proinfiammatorie e altri fattori, una caratteristica chiamata fenotipo secretorio associato alla senescenza (SASP), che può interrompere l’omeostasi dei tessuti e contribuire a uno stato proinfiammatorio. Infatti, uno studio fondamentale ha dimostrato che l’eliminazione genetica delle cellule senescenti, utilizzando un sistema inducibile che innesca l’apoptosi nelle cellule che esprimono p16, migliora i segni dell’invecchiamento e prolunga la durata media della vita dei topi dal 24 al 27%. Pertanto, lo studio e lo sviluppo di senolitici, farmaci che uccidono selettivamente le cellule senescenti, hanno guadagnato terreno negli ultimi anni. Sebbene diversi studi su modelli murini supportino l’ipotesi che le cellule senescenti possano innescare o contribuire a fenotipi associati all’età, studi più recenti hanno rivelato ruoli aggiuntivi per le cellule senescenti in processi non dannosi e persino fisiologici. In effetti, l’eliminazione delle cellule senescenti nei topi può essere dannosa per la salute, evidenziando l’importanza di queste cellule nell’omeostasi e nella fisiologia dei mammiferi“.
Joao Pedro de Magalhaes, Professore di Biogerontologia Molecolare presso l’Università di Birmingham e autore dell’articolo, ha dichiarato: “Il ruolo della senescenza cellulare nell’invecchiamento e nelle malattie legate all’età è un’importante area di ricerca, che ha portato al continuo sviluppo di terapie mirando alle cellule senescenti. Recenti scoperte, tuttavia, hanno rivelato un numero sorprendente e crescente di normali ruoli fisiologici delle cellule senescenti. Sorprendentemente, questi risultati mostrano che le cellule senescenti svolgono importanti ruoli fisiologici e sollevano importanti interrogativi sulla logica, l’efficacia e la sicurezza del targeting terapeutico delle cellule senescenti. Sebbene sia chiaro che ci sono alcuni casi in cui la senescenza cellulare è implicata nelle malattie legate all’invecchiamento, prendere di mira le cellule senescenti a livello terapeutico comporta dei rischi e potrebbe non essere la strada da percorrere per affrontare l’invecchiamento”.
Fonte: Science