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Disturbo bipolare: acidi grassi Omega-6 potrebbero ridurre il rischio

Uno studio di randomizzazione mendeliana su tutto il metaboloma identifica la sintesi disregolata dell’acido arachidonico come potenziale fattore di rischio causale per il disturbo bipolare.

Il disturbo bipolare (BPD) è un disturbo dell’umore debilitante con un’eziologia poco chiara. Una migliore comprensione dei meccanismi fisiopatologici sottostanti aiuterà a identificare nuovi bersagli per opzioni di trattamento e strategie di prevenzione migliorate. In questo studio di randomizzazione mendeliana sull’intero metaboloma, i ricercatori hanno selezionato i metaboliti che potrebbero avere un ruolo causale nel BPD.

Secondo lo studio dell’Università dell’Australia Meridionale, pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry, gli acidi grassi Omega-6, comunemente presenti nelle uova, nel pollame e nei frutti di mare, potrebbero ridurre il rischio di disturbo bipolare.

Utilizzando la randomizzazione mendeliana, un potente metodo di inferenza causale, i ricercatori hanno testato 913 metaboliti in 14.296 europei, scoprendo che 33 (per lo più lipidi) erano associati al rischio di disturbo bipolare.

Il disturbo bipolare è un disturbo dell’umore debilitante caratterizzato da episodi ricorrenti di mania e depressione. Sebbene la sua causa non sia ancora chiara, studi precedenti hanno dimostrato che la malattia bipolare è altamente ereditaria. Se un genitore è bipolare, anche il bambino ha una possibilità su 10 di sviluppare la condizione.

A livello globale 1 persona su 8 vive con disturbi mentali, con circa 40 milioni che soffrono di disturbo bipolare. Quasi il 3% degli australiani (568.000 di età superiore ai 16 anni) convive con il disturbo bipolare.

Il ricercatore capo Dr. David Stacey afferma che le nuove prove aprono la strada a nuovi potenziali stili di vita o interventi dietetici.

Ci sono prove crescenti che suggeriscono che i metaboliti svolgono un ruolo chiave nel bipolare e in altri disturbi psichiatrici”, afferma il Dottor Stacey.

“Ciò è estremamente incoraggiante perché se riusciamo a trovare fattori che collegano determinate condizioni di salute, possiamo identificare modi per annullarli attraverso potenziali interventi sullo stile di vita o sulla dieta. In questo studio, abbiamo scoperto che una propensione genetica per livelli più elevati di lipidi contenenti acido arachidonico porta a un minor rischio di disturbo bipolare. E, al contrario, che livelli più bassi di acido arachidonico comportano un rischio maggiore di disturbo bipolare. L‘acido arachidonico può essere ricavato direttamente da carne e prodotti ittici o sintetizzato dall’acido linoleico alimentare (come noci, semi e oli). Ma è presente anche nel latte umano, quindi è considerato essenziale per lo sviluppo del cervello infantile. In effetti, in molti paesi, l‘acido arachidonico viene aggiunto al latte artificiale per garantire al bambino un inizio di vita migliore. Quindi, esiste sicuramente il potenziale per potenziarlo attraverso integratori per le persone a maggior rischio“, dice il ricercatore.

La sfida è, tuttavia, che mentre sappiamo che l’acido arachidonico è coinvolto nello sviluppo precoce del cervello, non è chiaro se l’integrazione per il disturbo debba avvenire nel periodo perinatale, durante i primi anni di vita, o anche se possa apportare benefici a chi è già stato diagnosticato“, aggiunge

La Prof.ssa Elina Hyppönen, coautrice dello studio, afferma che sono necessari studi preclinici e studi randomizzati controllati per determinare il valore preventivo o terapeutico degli integratori di acido arachidonico per combattere il disturbo.

Abbiamo bisogno di ulteriori studi per valutare rigorosamente il potenziale dell’integrazione di acido arachidonico nella prevenzione e nel trattamento del disturbo bipolare, in particolare nelle persone che presentano rischi genetici“, afferma il Prof. Hyppönen.

Leggi anche:I ricercatori identificano i primi segni di disturbo bipolare

“Mentre i nostri risultati supportano potenziali strade per interventi sanitari di precisione per la nutrizione nella prima infanzia per lo sviluppo del cervello dei bambini, abbiamo bisogno di saperne di più sulla connessione con il disturbo bipolare. Se riusciamo a stabilire come, perché e quando le persone rispondono alla supplementazione di acido arachidonico, allora faremo un passo avanti nell’aiutare le persone che lottano con questa grave e permanente condizione di salute mentale“, conclude.

Fonte:Biological Psychiatry

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