HomeAlimentazione & BenessereI cereali antichi possono migliorare i profili lipidici

I cereali antichi possono migliorare i profili lipidici

In una recente revisione e meta-analisi pubblicata sulla rivista Nutrition, Metabolism and Cardiohorse Diseases, i ricercatori hanno esaminato la letteratura disponibile che indagava sugli effetti sulla salute dei cereali “antichi”, tra cui avena, riso integrale, grano saraceno, chia e altri. La loro revisione di 29 studi randomizzati e controllati e una meta-analisi di 13, rivela che il consumo di avena, riso integrale e miglio può migliorare gli esiti del diabete mellito di tipo 2 (T2DM) (in particolare i profili lipidici). Tuttavia, l’eterogeneità tra gli studi e le dimensioni insufficienti del campione rendono questi risultati confusi, rendendo necessarie ulteriori ricerche per confermare l’associazione tra cereali antichi e diabete.

Studio: Uso di grani antichi per la gestione del diabete mellito: una revisione sistematica e una meta-analisi. Credito di immagine: Windcoast/Shutterstock​​​​​​​Studio : Uso di grani antichi per la gestione del diabete mellito: una revisione sistematica e una meta-analisi. ​​​​​​​Credito immagine: windcoast / Shutterstock

Inoltre, con una sola eccezione, gli effetti sulla salute del consumo di cereali antichi nel diabete mellito di tipo 1 (T1DM) rimangono poco compresi. Questa revisione evidenzia la necessità di ulteriori ricerche con metodologie standardizzate prima che i benefici dei cereali antichi sul diabete possano essere raccomandati in modo sicuro al pubblico.

Ricerca sul diabete: una breve introduzione

Diabete mellito (DM) è un termine generico per un gruppo di condizioni croniche che determinano livelli di zucchero nel sangue anormalmente elevati. Anche se raramente letale di per sé, la malattia è stata implicata in una serie di esiti che aumentano la morbilità e la mortalità, principalmente come conseguenza di fattori di rischio cardiovascolare. In modo allarmante, la prevalenza del DM è più che raddoppiata solo negli ultimi 30 anni e si prevede che questo numero salirà a oltre 700 milioni entro il 2045.

Accanto agli interventi clinici e farmacologici (farmaci che riducono il glucosio), le modifiche della dieta rappresentano le principali opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da DM. Sebbene gli interventi farmacologici siano stati ampiamente studiati e rivisti per i loro benefici anti-DM, le loro controparti dietetiche rimangono meno validate scientificamente nonostante i loro minori effetti collaterali e la natura più conveniente. I cereali sono componenti importanti dell’apporto alimentare quotidiano dei pazienti con diabete. Le attuali linee guida raccomandano una dieta equilibrata, con un apporto sufficiente di carboidrati, preferendo quelli con un indice glicemico più basso. Poiché i cereali sono la principale fonte di carboidrati nella dieta umana, l’interesse per gli effetti sulla salute del consumo di cereali sono in aumento“.

I cereali antichi, cereali alimentari che non hanno subito modifiche genetiche o coltivazione selettiva, rappresentano una risorsa di biodiversità non sfruttata con potenziali benefici nella guerra contro il DM. Nonostante le prove limitate a sostegno del loro consumo, si ritiene che i cereali antichi contengano concentrazioni più elevate di sostanze fitochimiche e fibre che riducono il DM rispetto alle loro controparti modificate dall’uomo (in particolare quelle varietà prodotte dopo la “Rivoluzione verde” degli anni ’60). Sfortunatamente, esiste una carenza di dati facilmente comparabili tra le varietà antiche e quelle “nuove”, lasciando irrisolto il dibattito su quale sia la migliore.

A proposito della recensione

Nella presente revisione, i ricercatori mirano a raccogliere e discutere le prove tratte dalla letteratura che studia gli esiti del consumo di cereali antichi nei pazienti con DM. Nello specifico, la revisione mira a fornire:

1. una panoramica degli impatti del controllo glicemico dei cereali antichi sul T1DM e sul T2DM,

2. i cereali antichi più spesso studiati utilizzando metodologie di studi randomizzati controllati 

3. l’efficacia delle diete a base di cereali antichi nella gestione del DM come potenziatore terapeutico convenzionale.

Il protocollo della revisione è conforme alle linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis (PRISMA) ed è stato caricato nel Registro prospettico internazionale delle revisioni sistematiche (PROSPERO; rif: CRD42023422386).

La revisione ha raccolto pubblicazioni da quattro database online (PubMed, Cochrane, CINAHL e Web of Science) dall’avvio del database fino a maggio 2023. I criteri di inclusione delle pubblicazioni includevano disegni sperimentali (studi controllati randomizzati – il gold standard nella valutazione degli interventi sanitari) e risultati di interesse (sopravvivenza, morbilità a lungo termine, sintomi del DM, controllo glicemico, costi monetari e impatti psicologici). Sono stati esclusi gli studi non scritti in inglese o che analizzavano estratti monocomponenti di cereali antichi.

Esaminare i risultati e le conclusioni

Delle 2.634 pubblicazioni iniziali identificate durante la ricerca nel database, 1.001 sono risultate duplicate e 1.573 non hanno soddisfatto i criteri di inclusione nello studio e sono state quindi escluse, lasciando un set di dati finale di 29 pubblicazioni, 13 delle quali soddisfacevano i requisiti della meta-analisi. Gli studi inclusi comprendevano una popolazione totale di 1.809 individui, 55,2% maschi. Sorprendentemente, solo uno studio ha esaminato gli impatti dei cereali antichi sul T1DM, mentre i restanti 28 si sono concentrati sugli interventi sul T2DM. I cereali più comunemente studiati sono stati l’avena (n = 9) e il riso integrale (n = 6), mentre l’orzo e il Khorasan (n = 1) rappresentano i più rari.

Leggi anche:Cereali: una fonte trascurata di proteine

I risultati della meta-analisi evidenziano che il consumo di cereali antichi produce esiti generalmente positivi nei pazienti con T2DM. Esiste un urgente bisogno che i futuri ricercatori utilizzino metodologie standardizzate e protocolli di rendicontazione dei risultati in modo che i risultati tra gli studi possano essere confrontati e contrastati in modo più efficace.

Ulteriore enfasi dovrebbe essere posta nella progettazione di futuri studi randomizzati con una migliore definizione degli interventi dietetici, dimensioni del campione adeguate per risultati clinici rilevanti e una durata sufficiente del trattamento. Inoltre, dovrebbero essere implementati studi specificamente progettati per i pazienti con T1DM”.

Immagine Credit Public Domain.

Fonte:Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases

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