Malattia renale cronica- Immagine Credito: Sasirin pamai/Shutterstock.
La progressione della malattia renale cronica può cogliere di sorpresa pazienti e medici. Ma se la consapevolezza pubblica sui rischi di questo potenziale killer cambia, anche la prognosi per i pazienti potrebbe cambiare.
La IRC, che colpisce circa 844 milioni di persone in tutto il mond, in genere progredisce silenziosamente per anni prima di essere diagnosticata. Ma a quel punto, in molti casi, si saranno già verificati danni irreversibili.
Il rischio di insufficienza renale cronica aumenta con l’età, quindi man mano che la popolazione mondiale invecchia, colpirà ancora più persone. Identificata come la sedicesima causa di morte a livello mondiale nel 2016, si prevede che la malattia renale cronica diventerà la quinta causa di morte entro il 2040.
I test e i trattamenti per la malattia renale cronica in stadio iniziale sono relativamente economici e semplici, ma non sono di routine. Attualmente molti sistemi sanitari si concentrano principalmente sul trattamento della malattia renale allo stadio terminale piuttosto che sull’individuazione e il trattamento della malattia renale allo stadio iniziale, destinando tra il 2 e il 3% del loro budget alla malattia renale allo stadio terminale. Una collaborazione tra ricercatori giapponesi e aziende farmaceutiche, tra cui AstraZeneca Japan, sta cercando di cambiare questa situazione aumentando la consapevolezza sulla malattia renale cronica e promuovendo la diagnosi precoce.
Nel senso più ampio, la malattia renale cronica è una condizione a lungo termine in cui la funzione renale diminuisce gradualmente nel tempo. Una volta iniziata la malattia renale cronica, essa progredisce lentamente ma inesorabilmente ogni anno. I sintomi allo stadio iniziale sono difficili da individuare, ma spesso si verificano in concomitanza con altre malattie non trasmissibili, come il diabete di tipo 2, l’ipertensione e la dislipidemia.
Una volta che i sintomi compaiono nelle fasi successive, i pazienti possono avvertire affaticamento, nausea, perdita di appetito e perdita di peso. Il trattamento a questo punto è costoso e può avere un profondo effetto sulla qualità della vita del paziente, compresa la sua capacità di lavorare e partecipare alle attività quotidiane.
Mancanza di diagnosi
In genere, i trattamenti includono la gestione di condizioni di base come l’ipertensione e il diabete, che possono rallentare la progressione della malattia. I pazienti con insufficienza renale cronica allo stadio terminale necessitano di un trapianto di rene o devono sottoporsi a dialisi, per pulire il sangue, che è un trattamento tremendamente dispendioso in termini di tempo e denaro. Se non trattata, la malattia renale allo stadio terminale è pericolosa per la vita.
Nonostante l’enorme peso globale della malattia renale cronica sui pazienti, sugli operatori sanitari, sull’economia e sull’ambiente, la diagnosi delle fasi iniziali della malattia è straordinariamente semplice.
La diagnosi di insufficienza renale cronica si basa su un declino cronico della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR), che è una misura della capacità dei reni di estrarre le scorie dal sangue. “Tuttavia, nelle sue fasi iniziali, la malattia renale cronica non può essere diagnosticata solo con l’eGFR: è necessario un test delle urine”, afferma Shoichi Maruyama, Professore presso il Dipartimento di Nefrologia dell’Università di Nagoya, in Giappone. Questo test misura il livello di proteine nelle urine, un livello elevato significa danno renale.
“Non c’è niente di difficile o complicato in questo”, concorda Toshiki Moriyama, professore presso il Dipartimento di Nefrologia dell’Università di Osaka, sempre in Giappone. “Se si trovano proteine nelle urine, è un indicatore di malattia”. “Tuttavia prendendo come esempio il Giappone, il 90% dei casi di insufficienza renale cronica allo stadio 3 rimangono non diagnosticati. Questa non è una questione di scienza” dice Moriyama, “è una questione di consapevolezza”. Egli sottolinea il fatto che, anche se l’insufficienza renale cronica ha una prevalenza molto più elevata nella popolazione anziana del Giappone, altre malattie legate all’invecchiamento, come le malattie metaboliche, sono molto più conosciute dal grande pubblico.
Bassi tassi di analisi delle urine rappresentano un grande ostacolo alla diagnosi precoce. “Anche in una società come quella giapponese, dove molte persone si sottopongono a controlli sanitari annuali, la malattia renale cronica allo stadio iniziale non viene regolarmente diagnosticata perché, nonostante i controlli che includano la misurazione di elevati livelli di proteine nelle urine, il tasso di partecipazione ai controlli stessi non è sufficiente”, afferma Maruyama.
“Anche quando si sospetta la malattia renale, potrebbe non essere trattata abbastanza seriamente perché l’impatto a lungo termine della malattia non è ben compreso dai pazienti e dagli operatori sanitari“, afferma Maruyama.
Opportunità perse
“Le persone potrebbero non andare in una clinica”, dice Maruyama, “anche quando sanno che i loro livelli di creatinina sierica sono un po’ alti, perché non capiscono che se la malattia renale cronica viene diagnosticata precocemente, è possibile prevenire gravi danni”. “Quando i pazienti andranno in Ospedale“, dice, “verrà registrata una diagnosi di insufficienza renale cronica, ma a quel punto molte opportunità per rallentarne la progressione saranno state perse“.
Sebbene le aziende farmaceutiche stiano lavorando su farmaci progettati per rallentare o arrestare la progressione della malattia renale cronica, i farmaci da soli non cambieranno il futuro della malattia se i tassi di diagnosi rimangono invariati.
Questo è il motivo per cui accademici, come Maruyama e Moriyama, stanno lavorando in collaborazione con AstraZeneca Japan – e perché Enti come The Japan Kidney Association, sono impegnati in un’importante campagna per aumentare la consapevolezza e creare un migliore riconoscimento del nome della malattia renale cronica.
Il momento è adesso
Per Maruyama e Moriyama, prove solide e strumenti efficaci sono una parte fondamentale di una sensibilizzazione di successo.
La mappa termica Kidney Disease: Improving Global Outcomes (KDIGO), prodotta da un gruppo internazionale di nefrologi, è una matrice dei livelli di eGFR e di proteinuria ed è ampiamente utilizzata per valutare lo stadio di insufficienza renale cronica di un paziente. Le linee guida KDIGO raccomandano inoltre test regolari di eGFR e proteinuria.
“Una maggiore consapevolezza sulla malattia renale cronica, in combinazione con le opzioni terapeutiche raccomandate, potrebbe avere un enorme impatto sulla salute futura della popolazione mondiale, anche oltre il suo impatto sulla stessa malattia renale cronica“, affermano gli scienziati.
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“Il momento di agire per la malattia renale cronica è adesso. Aumentando la consapevolezza e l’accesso ai test, i pazienti possono essere diagnosticati precocemente e ricevere il trattamento e le cure di cui hanno bisogno per rallentare la progressione della malattia renale cronica. Ciò migliorerà i risultati per i pazienti, i sistemi sanitari, gli operatori sanitari, l’economia e il pianeta”, concorda Tsugumi.
Fonte: Nature