Secondo una nuova ricerca dell’UCL, del Royal Free Hospital, dell’Università di Oxford e dell’Università di Cambridge, coloro che bevono in modo eccessivo e hanno un certo patrimonio genetico hanno sei volte più probabilità di sviluppare cirrosi correlata all’alcol.
Lo studio, pubblicato il 14 dicembre sulla rivista Nature Communications, è il primo a valutare in che modo il modello di consumo di un individuo, il suo profilo genetico (tramite un punteggio di rischio poligenico) e se ha o meno il diabete di tipo 2 influisce sul rischio di sviluppare cirrosi alcol-correlata (ARC).
L’osservazione che il modello di consumo è più importante del volume, insieme all’aumento del rischio quando sono presenti anche il corredo genetico e il diabete di tipo 2, fornisce informazioni più accurate con cui identificare i soggetti più vulnerabili alle malattie del fegato.
Impatto globale della malattia epatica
Le malattie del fegato sono una delle principali cause di morte prematura a livello globale, con il 2-3% della popolazione mondiale affetta da cirrosi (cicatrici del fegato) o malattia epatica. Dall’inizio della pandemia di COVID-19 , i decessi legati all’alcol sono aumentati del 20%.
Dettagli e risultati dello studio
In questo studio, i ricercatori hanno analizzato i dati di 312.599 adulti che bevono attivamente nella coorte della Biobanca del Regno Unito, per valutare l’impatto del modello di consumo di alcol, della predisposizione genetica e del diabete di tipo 2 sulla probabilità di sviluppare la cirrosi alcol correlata.
È stato stabilito un rapporto di rischio (HR) di base pari a uno utilizzando i dati dei partecipanti che riferivano di bere entro i limiti giornalieri, avevano una bassa predisposizione genetica all’ARC ed erano esenti da diabete.