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Disbiosi intestinale e malattia renale cronica: trovato potenziale legame

Disbiosi intestinale-Immagine Credit Public Domain-

Il microbiota intestinale umano, composto da trilioni di diverse entità microbiche, è un ecosistema complesso che svolge funzioni vitali essenziali, ad esempio la digestione, la sintesi dei nutrienti e lo sviluppo del sistema immunitario.

La sua composizione e funzione sono diverse e ogni individuo ha un microbiota intestinale altamente personale che dipende dalle abitudini alimentari, dalla genetica e dai fattori ambientali. Nei neonati, il microbioma intestinale è costantemente in trasformazione; quindi, è particolarmente soggetto a interruzioni.

La disbiosi del microbioma intestinale spesso compromette l’integrità della barriera intestinale, che, a sua volta, provoca la traslocazione di batteri e l’accumulo di metaboliti tossici, tra cui urea, p-cresil solfato (PCS) e indossilsolfato (IS)

Questi processi metabolici aberranti mediati dall’infiammazione innescano la sovrapproduzione di anticorpi, complessi immunitari e fattori infiammatori, che danneggiano direttamente/indirettamente il parenchima renale.

Pertanto, comprendere la complessa interazione del microbiota intestinale umano con fattori esterni è un’area di ricerca in rapida evoluzione con implicazioni significative per la salute e le malattie.

Potrebbe aiutare gli scienziati a sviluppare interventi efficaci, come le terapie microbiche, per promuovere un intestino sano. Se adottati in tenera età, questi interventi potrebbero mitigare il rischio di sviluppare diverse malattie in futuro e promuovere la salute generale.

L’asse rene-intestino nella malattia renale cronica o CKD

Il concetto di Developmental Origins of Health and Disease (DOHaD) suggerisce che una cattiva alimentazione materna o l’esposizione a tossine durante lo sviluppo prenatale causano interruzioni precoci del microbiota intestinale del bambino.

Tali bambini nascono con un basso numero di nefroni che li rende inclini a sviluppare insufficienza renale cronica e ipertensione in età avanzata. Interventi precoci e strategie preventive sono, quindi, cruciali per il normale sviluppo dei reni.

I ricercatori hanno descritto gli effetti avversi della carenza di ossido nitrico (NO) nei primi anni di vitaL’NO svolge molti ruoli cruciali nel corpo, come la modulazione dei trasportatori del sodio per regolare la pressione sanguigna. Prove emergenti suggeriscono un potenziale legame tra NO insufficiente e un sistema renina-angiotensina disregolato nell’ipertensione secondaria tra i pazienti con insufficienza renale cronica. Inoltre, le tossine uremiche interrompono la giunzione stretta epiteliale e indeboliscono il sistema antiossidante del corpo umano. Probabilmente questo spiega perché i pazienti con insufficienza renale cronica hanno livelli più bassi di enzimi antiossidanti, ad esempio, superossido dismutasi Cu-Zn.

Inoltre, la disbiosi del microbiota intestinale negli adulti con insufficienza renale cronica potrebbe alterare gli acidi grassi a catena corta (SCFA), con conseguente infiammazione e compromissione della funzione immunitaria. Dato l’impatto negativo delle tossine uremiche sulla crescita dei microbi intestinali buoni, i pazienti con insufficienza renale cronica tendono ad avere livelli più bassi di specie Bifidobacterium e Lactobacillus.

La ricerca suggerisce anche che l’uso eccessivo di antibiotici e la malnutrizione potrebbero danneggiare gravemente l’ambiente uremico, tanto che la malattia renale cronica potrebbe trasformarsi in una malattia renale allo stadio terminale. Tuttavia, i dati sul ruolo dell’asse rene-intestino nelle malattie renali pediatriche sono scarsi.

I medici prescrivono comunemente la terapia antibiotica nelle popolazioni neonatali e pediatriche, che purtoppo distrugge il loro microbiota intestinale. Arricchisce il serbatoio di geni di resistenza agli antibiotici, che vengono trasferiti agli agenti patogeni e li rendono resistenti agli antibiotici.

Come è noto, lo sviluppo della resistenza agli antibiotici rende difficile il trattamento delle infezioni, soprattutto nei pazienti con infezioni ricorrenti del tratto urinario (UTI).

Anche il frequente ricorso alla terapia antibiotica influisce sull’urobioma. Di conseguenza, gli studi hanno associato l’assenza di microbi in grado di scomporre l’ossalato, ad esempio  Oxalobacter formigenes, con la formazione di calcoli renali.

Pertanto, le terapie che modulano il microbiota intestinale sono state implementate nella pratica clinica per trattare le malattie renali, inclusa la malattia renale cronica. Questi comprendono interventi dietetici, pre, pro e postbiotici, trapianto di microbiota fecale (FMT) e fitoterapia.

Utilizzare diversi composti naturali, in particolare i polifenoli, in fitoterapia per trattare le infezioni batteriche resistenti agli antibiotici. Il mirtillo rosso ( Vaccinium macrocarpon ), una fonte distinta di flavonoidi e acidi fenolici, potrebbe prevenire la colonizzazione batterica nelle infezioni del tratto urinario.

Un altro approccio terapeutico per ripristinare la diversità del microbioma intestinale negli adulti e nei bambini è l’FMT. Tuttavia, i dati sull’uso della FMT nella malattia renale cronica e in altre malattie renali tra i bambini sono scarsi.

Leggi anche:Disbiosi intestinale: quanto incide sulla gravità della malattia di Crohn?

Conclusione

Nel complesso, il presente studio ha evidenziato molti risultati rilevanti della letteratura pubblicata che esplora l’associazione tra disbiosi microbica intestinale e insufficienza renale cronica.

Questi risultati hanno suggerito un legame tra la perdita della diversità del microbioma intestinale e i metaboliti derivati ​​dal microbiota, come i batteri produttori di butirrato e gli SCFA e le malattie renali.

Pertanto, sono necessari studi su scala più ampia focalizzati sulla popolazione pediatrica per stabilire un’associazione definitiva tra microbiota intestinale e malattie renali pediatriche.

Fonte:Nutrients

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