Alzheimer-Immagine Credit Public Domain-
La malattia di Alzheimer (AD) è una condizione cronica caratterizzata da progressivo deterioramento cognitivo oggettivo (OCI). Nessuna monoterapia ha sostanzialmente alterato la progressione della malattia, suggerendo che la malattia è multifattoriale e può richiedere un approccio terapeutico multimodale.
La Dott.ssa Heather Sandison, una delle maggiori esperte nella cura della malattia di Alzheimer e della demenza correlata (ADRD), ha recentemente pubblicato uno studio rivoluzionario sul Journal of Alzheimer’s Disease, evidenziando miglioramenti significativi nella funzione cognitiva tra gli individui con declino cognitivo. Lo studio è il secondo ad impiegare un piano di assistenza multimodale e individualizzato e offre ulteriori speranze per la gestione e la potenziale inversione del deterioramento cognitivo.
“Abbiamo cercato di determinare se la funzione cognitiva in un campione con OCI cambierebbe in risposta a un piano di assistenza multimodale e individualizzato basato su potenziali contributori al declino cognitivo (ad esempio, stato nutrizionale, infezione, ecc.)”, spiega la Dr.ssa Sandison.
Lo studio si è concentrato su individui con deterioramento cognitivo oggettivo (OCI), un precursore della malattia di Alzheimer. La Dr.ssa Sandison e il suo team hanno reclutato 34 partecipanti dall’area di San Diego, in California, per un intervento completo basato su potenziali contributori al declino cognitivo, come cambiamenti nello stile di vita, supporto nutraceutico e farmaci.
Nel corso di sei mesi, i partecipanti sono stati sottoposti a visite cliniche regolari e hanno ricevuto un supporto nutrizionale continuo tramite telefonate settimanali. La funzione cognitiva è stata valutata utilizzando la Cambridge Brain Sciences (CBS) e il Montreal Cognitive Assessment (MoCA), al basale, uno, tre e sei mesi.
I risultati dello studio sono stati molto incoraggianti. Dopo sei mesi di intervento, i partecipanti hanno dimostrato miglioramenti significativi nella funzione cognitiva. I punteggi MoCA sono aumentati da 19,6 ± 3,1 a 21,7 ± 6,2 (p = 0,013), indicando un miglioramento delle prestazioni cognitive. Inoltre, sono stati osservati miglioramenti significativi in tutti i domini della CBS, tra cui memoria, ragionamento, capacità verbale e concentrazione.
La Dr.ssa Sandison ha commentato: “È così appagante vedere i pazienti migliorare e assistere a cambiamenti significativi non solo per il paziente, ma anche per i loro cari mentre riacquistano la funzione cognitiva”.
I risultati dello studio hanno importanti implicazioni per il campo della ricerca e della cura dell’Alzheimer. Attualmente, a 6,5 milioni di americani è stata diagnosticata la malattia di Alzheimer e questo numero è solo in crescita. Questo studio evidenzia l’importanza di affrontare il declino cognitivo attraverso un approccio olistico e personalizzato, prendendo di mira vari fattori che contribuiscono alla progressione della malattia. Lo studio dimostra la fattibilità e l’impatto di un approccio di intervento multimodale al deterioramento cognitivo.
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Sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare ed espandere questi risultati. Lo studio della Dr.ssa Sandison rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione e nel trattamento del declino cognitivo associato al morbo di Alzheimer. Sottolinea l’importanza di un’assistenza personalizzata e completa per le persone con deficit cognitivo e pone le basi per futuri progressi nel campo.