La leucemia acuta promielocitica (in Italia un centinaio di nuovi casi all’anno), un tumore del midollo osseo a decorso aggressivo, talvolta fulminante per frequenti e gravi emorragie all’esordio della malattia, può avere esito fatale in poche ore o giorni. Oggi finalmente, si può guarire nell’ l’80 per cento circa dei casi, come sottolinea Francesco Lo Coco, ordinario di Ematologia all’Università Tor Vergata di Roma e primo autore dello studio italo-tedesco , riportato al Congresso della Società Americana di Ematologia.
Alla sperimentazione hanno partecipato 40 centri italiani e 27 tedeschi, per un totale di 160 pazienti coinvolti. Lo studio ha messo a confronto l’attuale cura standard per la leucemia acuta promielocitica (una combinazione di chemioterapia e acido retinoico, un derivato della vitamina A), con una nuova strategia: l’associazione di acido retinoico e triossido di arsenico, un composto naturale già sperimentato in Cina, dove viene usato da secoli per la cura di varie malattie.Un team di scienziati cinesi è già riuscito a dimostrare come l’arsenico(strumento di morte in voga nel Medio Evo) distrugga i tumori mortali del sangue, uccidendo le proteine specifiche che mantengono vivo il tumore. Già nel 1992, un gruppo di medici cinesi ha usato l’arsenico per il trattamento della leucemia acuta promielocitica (APL), ed i tassi di guarigione sono stati sorprendentemente alti, oltre il 90%. “Anche se molti paesi stanno utilizzando arsenico per il trattamento di APL, alcuni paesi sono resistenti a questa idea. ”
“Il risultato clinico dell’uso dell’arsenico nel trattamento della leucemia acuta promielocitica ’ è ben consolidato. Più del 90% dei pazienti affetti da APL in Cina dopo 5 anni ,sono in fase di guarigione completa dalla malattia.I ricercatori, nel nuovo studi, hanno dimostrato che dopo due anni, il 98 per cento dei pazienti trattati con l’arsenico, contro il 91 per cento dei pazienti che avevano ricevuto la chemioterapia, era sopravvissuto. Inoltre l’arsenico si è dimostrato meno tossico e meglio tollerato della chemioterapia, che tra gli effetti collaterali, presenta l’ immunosoppressione, infezioni, perdita di capelli, nausea e vomito.
Lo studio, sostenuto dall’Ail, Associazione italiana leucemie, apre la strada a terapie mirate più specifiche e dunque meno tossiche, per la cura di questa forma di tumore del sangue e di altre forme leucemiche.