Sardine-Immagine:Credito mythja/Shutterstock.com
In un recente studio pubblicato su Frontiers in Nutrition Journal, i ricercatori hanno confrontato l’impatto del consumo di sardine rispetto agli integratori di olio di pesce.
Gli acidi grassi polinsaturi Omega-3 (n-3 PUFA) sono importanti nella prevenzione e nella gestione delle malattie cardiometaboliche legate a lievi infiammazioni croniche, come diabete di tipo 2, ipertrigliceridemia, steatosi epatica e ipertensione.
L’efficacia degli integratori n-3 PUFA nel ridurre il rischio di eventi cardiovascolari è ancora oggetto di ricerca. Le sardine sono una fonte conveniente di n-3 PUFA e possono ridurre la necessità di integrazione con n-3 PUFA.
Micronutrienti nelle sardine
Le sardine sono una ricca fonte di calcio e ne contengono quantità maggiori rispetto ad altri pesci. Circa 100 g di sardine forniscono il 38% del fabbisogno dietetico di calcio raccomandato (RDA).
Le sardine sono una buona fonte di PUFA n-3 e hanno un effetto positivo sulla pressione sanguigna e sul profilo lipidico. Le sardine contengono potassio, zinco e magnesio, che sono stati osservati per abbassare la pressione sanguigna. Contengono anche niacina e zinco, che possono aiutare a migliorare i livelli di lipidi e lipoproteine.
Le sardine sono una buona fonte di ferro, con livelli più elevati rispetto ad altri pesci comunemente consumati. Le sardine contengono ferro in livelli simili alla carne, una fonte di ferro consumata a livello globale.
Il consumo di sardine può anche aiutare le persone a soddisfare la RDA per il ferro, che è di otto mg/giorno in tutte le fasce d’età. Ciò è particolarmente vantaggioso per le persone che non consumano carne.
Amminoacidi funzionali nelle sardine
Le sardine contengono aminoacidi come l’arginina e la taurina, che sono importanti per il cardiometabolismo. Questi aminoacidi sono biomolecole strutturali e modulatori della funzione vascolare e dei sistemi antiossidanti.
L’arginina è un amminoacido essenziale che mantiene stabile la pressione sanguigna e la salute vascolare generale. Serve come substrato nella sintesi dell’ossido nitrico derivato dall’endotelio, che aiuta a ridurre la pressione sanguigna sistemica. Nonostante le limitate prove cliniche sul legame tra consumo di arginina ed esiti cardiovascolari, l’assunzione di sardine può facilitare il consumo complessivo di arginina.
La taurina, un acido aminosolfonico, svolge vari ruoli biochimici. È stato riscontrato che la sua attività antiossidante influisce positivamente sul sistema cardiovascolare, con conseguenti benefici clinici come la normalizzazione della pressione sanguigna e il miglioramento degli indici lipidici e glicemici.
Il contenuto di taurina nelle sardine, 147 mg per 100 g, è paragonabile a quello di tonno, manzo, maiale e pollo di carne scura. Gli interventi che prevedono una dieta ricca di sardine hanno rivelato un maggiore apporto di taurina rispetto ai gruppi di controllo.
Un confronto tra sardine e integratori n-3 PUFA
La compliance del paziente può essere una sfida quando si tratta di consumare n-3 PUFA, nonostante le sardine e altri pesci grassi siano preziose fonti di n-3 PUFA.
Tuttavia, l’integrazione di olio di pesce potrebbe non essere la soluzione universale per tutti questi casi. Gli studi hanno dimostrato che l’integrazione di olio di pesce con PUFA n-3 non può sempre ridurre efficacemente la probabilità di eventi cardiovascolari o essere utile per prevenire eventi cardiovascolari e mortalità, tra cui malattie coronariche, ictus e aritmie.
Gli integratori di olio di pesce dovrebbero contenere una forma più purificata di 3-PUFA ed essere privi di contaminanti tossici. Tuttavia, nei pesci è prevista una certa ossidazione degli n-3 PUFA a causa dell’esposizione a temperature elevate durante la cottura e la preparazione.
Il pesce azzurro fritto e al forno può aumentare i livelli di prodotti PUFA n-3 ossidati bioattivi, in particolare le neuroprotesi F-4t generate dal DHA. Il pesce grasso che è stato cotto produce prodotti di ossidazione del colesterolo, tra cui il colestanetriolo e il 7-chetocolesterolo.
È importante sottolineare che il colestanetriolo è il prodotto di ossidazione del colesterolo più citotossico. Il pesce azzurro cotto ha PUFA n-6 più elevati rispetto al pesce crudo, aumentando i rapporti n-6/n-3 PUFA.
L‘impatto del sistema gastrointestinale sull’ossidazione degli n-3 PUFA è una preoccupazione significativa per le sardine e gli integratori a base di olio di pesce, che possono limitarne la biodisponibilità.
Vedi anche:Supplementazione di olio di pesce: non fa bene a tutti
Gli studi hanno riscontrato effetti benefici del consumo di n-3 PUFA dal pesce nonostante l’ossidazione osservata. Pertanto, l’impatto positivo del consumo di pesce sulla popolazione generale non può essere trascurato.
Conclusione
I risultati dello studio hanno mostrato che le sardine hanno un potenziale significativo come alimento funzionale e possono aiutare nella gestione delle malattie cardiometaboliche a sfondo pro-infiammatorio.
Inoltre, le sardine sono ricche di n-3 PUFA e di altri componenti benefici, come calcio, magnesio, ferro, taurina e arginina, noti per i loro effetti cardioprotettivi.
È necessaria cautela clinica quando si formulano raccomandazioni sui nutrienti, poiché i dosaggi terapeutici possono differire dalle quantità di nutrienti presenti negli alimenti a causa delle complesse interazioni fisiologiche tra micronutrienti, acidi grassi e amminoacidi.
Sono necessari studi clinici randomizzati per estendere le prove sui benefici del consumo di sardine e decifrare se mangiare sardine potrebbe essere più vantaggioso rispetto all’assunzione di integratori.