Mieloma-Immagine Credit Public Domain-
Un team di medici specialisti che lavorano presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York ha scoperto che i globuli bianchi donati possono essere utilizzati efficacemente come parte della terapia con cellule CAR T per curare i pazienti affetti da mieloma.
Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, il gruppo ha somministrato ai pazienti quantità variabili di cellule CAR T donate come opzione terapeutica in uno studio clinico di fase I per il mieloma, che si verifica nelle plasmacellule nel midollo osseo. Jennifer Brudno e James Kochenderfer con i National Institutes of Health degli Stati Uniti, hanno pubblicato un articolo in News & Views nello stesso numero della rivista che illustra come funzionano le terapie con cellule T del recettore dell’antigene chimerico (CAR) e discute del lavoro svolto dal team di New York.
La terapia con cellule CAR T comporta la rimozione di cellule T da un malato di cancro, modificandole geneticamente per colpire più specificamente le cellule tumorali e quindi iniettandole nuovamente nello stesso paziente. La terapia con cellule CAR T è altamente efficace per alcuni pazienti. Lo svantaggio è che è necessario molto tempo per far crescere le cellule dopo l’alterazione e può anche essere un processo costoso.
In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno adottato un approccio diverso, utilizzando cellule precedentemente modificate donate da volontari sani. Come parte della ricerca, il team di New York ha condotto uno studio clinico di fase I chiamato UNIVERSAL per scoprire se l’approccio è fattibile.
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Lo studio prevedeva la somministrazione di quantità variabili di cellule coltivate a 43 pazienti affetti da mieloma, ognuno dei quali non aveva risposto bene ad altri trattamenti o aveva avuto una ricaduta. Inoltre, è stata apportata un’ulteriore modifica genetica alle cellule donate per renderle meno suscettibili di essere prese di mira dal sistema immunitario.
Ad ogni paziente sono stati anche somministrati anticorpi per ridurre le possibilità che il sistema immunitario prendesse di mira le cellule donate. I test hanno mostrato che poco più della metà dei pazienti volontari (55%) ha avuto una risposta positiva alla terapia. La terapia è risultata inoltre sicura e fattibile.
I ricercatori suggeriscono che la loro sperimetazione è stata un successo e pianificano di continuare il loro lavoro con l’obiettivo di migliorare i risultati.
Fonte:Nature