Additivi alimentari-Immagine Credit Public Domain-
Gli alimenti che usano comunemente conservanti di nitriti includono carni lavorate come pancetta, prosciutto, hot dog, salsicce, carne in scatola e salumi. Inoltre, alcuni formaggi, pesce affumicato e prodotti in salamoia possono contenere anche conservanti nitriti.
Un nuovo studio ha trovato un legame tra il consumo di nitriti dall’acqua potabile e dalla dieta e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Nitrati e nitrati si trovano naturalmente nell’acqua e nel suolo e sono usati come conservanti alimentari per prolungare la durata di conservazione. La ricerca è stata condotta da Bernard Srour ed è stata pubblicata sulla rivista PLOS Medicine.
Alcuni funzionari della sanità pubblica hanno suggerito di limitare nitriti e nitrati come additivi alimentari, tuttavia, il loro effetto sui problemi metabolici e sul diabete di tipo 2 negli esseri umani è inesplorato. Per studiare la connessione, i ricercatori hanno utilizzato i dati di 104.168 partecipanti alla coorte prospettica NutriNet-Santé.
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Lo studio NutriNet-Santé è uno studio di coorte in corso, basato sul web, avviato nel 2009. I partecipanti di età pari o superiore a quindici anni si iscrivono volontariamente e riportano autonomamente la storia medica, il sociodemografico, la dieta, lo stile di vita e i principali aggiornamenti sulla salute. I ricercatori hanno utilizzato un’esposizione dettagliata ai nitriti/nitrati, derivata da diversi database e fonti, e quindi hanno sviluppato modelli statistici per analizzare le informazioni sulla dieta auto-riportate con i risultati sulla salute.
Lo studio presentava diversi limiti e sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare i risultati. I dati sono stati auto-riportati e i ricercatori non hanno potuto confermare l’esposizione specifica a nitriti/nitrati utilizzando biomarcatori a causa delle sfide biologiche sottostanti. Inoltre, le persone nella demografia e nei comportamenti della coorte potrebbero non essere generalizzabili al resto della popolazione: la coorte includeva un numero maggiore di individui più giovani, più spesso donne, che mostravano comportamenti più sani. Il confondimento residuo può anche aver influito sui risultati come risultato del disegno osservazionale dello studio.
Secondo gli autori, “questi risultati forniscono una nuova prova nel contesto delle attuali discussioni sulla necessità di una riduzione dell’uso di additivi nitriti nelle carni trasformate da parte dell’industria alimentare e potrebbero supportare la necessità di una migliore regolamentazione della contaminazione del suolo da parte fertilizzanti. Nel frattempo, diverse autorità sanitarie pubbliche in tutto il mondo raccomandano già ai cittadini di limitare il consumo di alimenti contenenti additivi controversi, tra cui il nitrito di sodio”.
Srour e Touvier aggiungono: “Questo è il primo studio di coorte su larga scala a suggerire un’associazione diretta tra nitriti originati da additivi e rischio di diabete di tipo 2. Conferma inoltre le associazioni suggerite in precedenza tra i nitriti totali nella dieta e il rischio di T2D”.
Fonte: PLOS Medicine