La scienza fino ad oggi ci ha insegnato che mangiare alimenti ricchi di antiossidanti, riduce il nostro rischio di sviluppare malattie gravi. Sembra che questo non è il caso dell’ictus e della demenza, secondo i ricercatori della Harvard Medical School di Boston, USA, e Erasmus Medical Center di Rotterdam, Paesi Bassi. Le loro scoperte, che contraddicono quello che altri studi hanno dimostrato, sono state pubblicate sulla rivista Neurology.
Devore, principale autore della ricerca ed il suo team, hanno raccolto ed esaminato i dati di 5.395 persone di 55 anni , di cui . 5.285 con una storia di ictus quando è iniziato lo studio. Nessuno di loro aveva alcun segno di demenza all’inizio dello studio. Ai volontari è stato chiesto di compilare questionari dettagliati riguardanti le loro abitudini alimentari. I partecipanti hanno fornito dati sulla frequenza con cui hanno consumato oltre 170 alimenti nel corso dei dodici mesi precedenti. I ricercatori hanno seguito i partecipanti per una media di 13,8 anni. I volontari sono stati divisi in tre gruppi, in base al loro consumo a lungo termine di antiossidanti:
- Basso livello di antiossidanti (nella loro dieta)
- Moderato livello di antiossidanti
- Alto livello di antiossidanti
- Durante il periodo di studio, circa 600 persone hanno sviluppato demenza e 600 ha avuto un ictus. Gli autori sono rimasti sorpresi di scoprire che i livelli di antiossidanti nella loro dieta non facevano alcuna differenza di rischio di ictus e demenza . Devore, autore principale, ha sottolineato che la maggior parte (90%) della differenza tra i partecipanti era dovuta a quanto tè o caffè ( alimenti ricchi di antiossidanti) avevano consumato
- Devore, primo autore dello studio, ha concluso che “e’ possibile tuttavia che sia il cibo che contiene questi antiossidanti, piuttosto che il livello totale di antiossidanti nella dieta, a contribuire all’abbassamento del rischio di demenza o di ictus”. Gli scienziati hanno scoperto che le persone con alti livelli di antiossidanti non avevano minori o maggiori probabilita’ di sviluppare malattie cerebrali, rispetto a quelle con bassi livelli.