(Leucemia mieloide acuta-Immagine Credito: Unsplash/CC0 di dominio pubblico).
I ricercatori della Northwestern Medicine hanno scoperto i meccanismi attraverso i quali una particolare proteina promuove la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali nella leucemia mieloide acuta (LMA).
Lo studio è stato pubblicato su Blood.
PRL2, una proteina tirosina fosfatasi, potrebbe essere un nuovo bersaglio terapeutico per la leucemia mieloide acuta, secondo Yan Liu, Ph.D., Professore associato di Medicina presso la Divisione di Ematologia e Oncologia e autore senior dello studio.
La LMA è un tipo di tumore del sangue in cui le cellule mieloidi presenti nel midollo osseo interferiscono con la produzione di diversi tipi di cellule del sangue. Questo tipo di cancro ha una prognosi sfavorevole e i trattamenti generalmente includono la chemioterapia e altri farmaci terapeutici mirati. Tuttavia, la resistenza al trattamento è comune tra i pazienti e la ricerca di bersagli terapeutici più efficaci rimane in corso.
Un consolidato driver oncogenico della patogenesi della LMA è la proteina FLT3, che il lavoro precedente ha dimostrato di essere frequentemente mutata nelle cellule. Ulteriori lavori hanno anche scoperto che PRL2 è altamente espressa nella leucemia mieloide aduta con mutazione FLT3, ma i meccanismi con cui PRL2 promuove la patogenesi sono rimasti sconosciuti.
Nel presente studio, il team di Liu ha inibito geneticamente e farmacologicamente la PRL2 nei topi trapiantati con cellule LMA, scoprendo che l’inibizione dell’attività della PRL2 alla fine riduceva il carico di cancro e prolungava la sopravvivenza globale nei topi.
Successivi studi biochimici hanno rivelato che PRL2 aumenta la segnalazione FLT3 nelle cellule leucemiche attraverso la defosforilazione di CBL, una proteina ubiquitina ligasi, che promuove la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali.
Nel complesso, i risultati individuano PRL2 come un’oncoproteina che promuove la patogenesi della leucemia mieloide acuta e la indicano come nuovo bersaglio terapeutico.
Spiegano gli autori:
“1)L’inibizione genetica e farmacologica di PRL2 riduce significativamente il carico della leucemia guidata da FLT3-ITD ed estende la sopravvivenza dei topi leucemici.
2)PRL2 defosforila CBL a Tyr371 e blocca l’ubiquitinazione e la degradazione di FLT3 mediate da CBL, portando a una migliore segnalazione oncogenica.
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“Nello studio, proponiamo di prendere di mira PRL2 da sola o di combinare gli inibitori PRL2 e FTL3 come terapia combinata nel caso in cui il paziente sviluppi resistenza”, ha affermato Liu, che è anche membro del Robert H. Lurie Centro completo per il cancro della Northwestern University.
Fonte:Blood