Pubblicato su eNeuro, lo studio esamina gli effetti dell’apolipoproteina A1, un “colesterolo buono” sulle cellule endoteliali, il rivestimento dei vasi sanguigni, che fornisce una barriera tra il cervello, i tessuti del midollo spinale e la circolazione sanguigna.
In una capsula di Petri in una condizione ambientale che ricorda la SLA, il team ha scoperto che la proteina attiva un percorso unico all’interno delle cellule che aumenta la sopravvivenza e protegge le cellule endoteliali dalle sostanze tossiche nel sangue. Questo percorso può migliorare la sopravvivenza delle cellule e prevenire ulteriori danni vascolari causati dalla SLA.
“Con una barriera funzionale, la speranza è che l’ambiente nel sistema nervoso centrale diventi meno tossico e la progressione della malattia possa essere rallentata”, ha affermato Svitlana Garbuzova-Davis, Prof.ssa presso il Dipartimento di neurochirurgia e riparazione cerebrale e ricercatrice capo.
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Sebbene la proteina abbia dimostrato di proteggere le cellule endoteliali in malattie come il diabete e l’aterosclerosi, gli effetti sulle cellule endoteliali danneggiate dalla SLA erano precedentemente sconosciuti.
Per testare l’impatto sulla SLA, il team ha esaminato come la proteina influenza i segnali delle cellule endoteliali. Garbuzova-Davis e i co-ricercatori della USF, la Prof.ssa Alison Willing e il distinto Prof. Cesario Borlongan della USF, hanno scoperto che le cellule danneggiate assorbono la proteina, riducendo significativamente il danno delle cellule endoteliali.
“È un po’ presto per prevedere quale sia l’effetto finale nei pazienti”, ha detto Willing. “In questo studio, abbiamo utilizzato un modello di coltura cellulare in cui possiamo controllare tutti gli aspetti di ciò a cui sono esposte le cellule. Non è possibile avere lo stesso grado di controllo nelle persone”.
Garbuzova-Davis afferma che questo studio ha gettato le basi per ulteriori ricerche con modelli animali di SLA per determinare completamente gli effetti terapeutici della proteina. Dopo risultati positivi, l’apolipoproteina A1 può essere presa in considerazione per studi clinici, dove sarebbe valutata per la sicurezza e l’efficacia nei pazienti con SLA.
Nel prossimo futuro, l’apolipoproteina A1 potrebbe essere considerata una potenziale nuova terapia per la riparazione delle cellule endoteliali, ripristinando la barriera del sistema nervoso centrale nei pazienti con SLA. Può anche aiutare ad alleviare i sintomi della SLA, come livelli squilibrati di antiossidanti e infiammazioni.
Fonte: eNeuro