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L’Unione Europea ha stanziato un fondo di 3 milioni di Euro per ogni Paese membro che incoraggi l’uso di insetti in cucina

Il Parlamento europeo ha stanziato un’ingente cifra per una causa che, una volta recepita dall’opinione pubblica, non potrà che scatenare polemiche.

Verranno infatti stanziati tre milioni di euro ad ogni Paese membro dell’Unione europea che incoraggi (con iniziative di vario tipo) l’uso di insetti in cucina.

La bizzarra legge va interpretata come la soluzione europea al rapido incremento della popolazione mondiale e ai conseguenti problemi dovuti al loro nutrimento.

 Studi delle Nazioni Unite indicano che nei prossimi quarant’anni sarebbe necessario raddoppiare la produzione mondiale di cibo, per nutrire i 2 miliardi e mezzo di terrestri in più che si aggiungeranno ai 7 oggi esistenti. Ma raddoppiare il cibo prodotto è più facile a dirsi che a farsi: un miliardo di persone soffrono già ora di fame cronica, ci sono scarse terre vergini su cui espandere nuovi raccolti agricoli o allevamenti, gli oceani stanno svuotandosi di pesci e rischiamo di rimanere perfino senza acqua, che gli ecologisti definiscono “il nuovo petrolio”, la risorsa naturale per la quale si combatteranno le guerre del prossimo futuro.

La soluzione gode di un nutrito numero di estimatori, tanto che i propugnatori di questa iniziativa asseriscono che moltissimi insetti contengono proteine, alta quantità di calcio, basso contenuto calorico.

Una soluzione alternativa sarebbero le alghe: semplici organismi monocellulari, che crescono rapidamente, anche in condizioni difficili e possono essere utilizzate per un’enorme varietà di usi. Cibo per animali. Fertilizzanti naturali. Perfino carburante: esiste un programma, chiamato “algae oil” (petrolio d’alghe), per sfruttare le potenzialità energetiche di queste erbette. E un altro uso è cibo per esseri umani.

Le alghe sono un alimento abituale nel menù di Cina e Giappone.
Nel regno animale, le mangiano creature di ogni dimensione e caratteristica, dai gamberetti alle balene: perché non potremmo mangiarle anche noi occidentali? “Sono la base di tutta la vita”, avverte il professor Mark Edwards dell’Arizona State University.

E come le alghe, gli insetti hanno un ulteriore vantaggio: sono piccoli. La loro produzione, anche su larga scala, non richiede tanto spazio. E non inquina l’atmosfera.

In un periodo di recessione così cupo, è forse corretto che l’opinione pubblica sappia che nelle stanze dei bottoni di quell’enorme macchina burocratica chiamata Unione Europea, qualche “perfetto sconosciuto” pensa bene di spendere i nostri contributi per finanziarie questa “poco appetitosa” iniziativa.

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