Depressione-Immagine Credit Public Domain.
“La depressione può essere rivelata dalla dilatazione delle pupille”, secondo uno studio degli scienziati dell’Istituto Max Planck di Psichiatria che lo dimostra.
Quando le persone vincono o perdono qualcosa, le loro pupille si dilatano leggermente. I ricercatori hanno scoperto che questa dilatazione è meno pronunciata nei pazienti con depressione acuta rispetto alle persone sane.
“Più i pazienti erano gravemente malati, meno la pupilla si dilatava”, riferiscono gli autori. A lungo termine, questa scoperta potrebbe portare a una diagnosi della depressione più fondata nel senso che non si basa solo sulle dichiarazioni dei pazienti, ma è anche misurata biologicamente. Ciò potrebbe portare a un trattamento migliore e personalizzato.
Per decenni, gli scienziati hanno cercato di scoprire se i pazienti con depressione apprezzano meno le ricompense rispetto agli individui non depressi.
I partecipanti allo studio condotto presso l’Istituto Max Planck di Psichiatria sono stati sottoposti a un semplice gioco che prevedeva la vincita di una piccola somma di denaro, mentre si sottoponevano alla risonanza magnetica (MRI).
Vincere denaro è un chiaro incentivo noto per causare la dilatazione della pupilla nelle persone sane.
I ricercatori hanno analizzato i partecipanti allo studio in modo estremamente accurato e ad una velocità estremamente elevata: utilizzando una configurazione speciale, sono stati in grado di scattare 250 immagini al secondo – per confronto, “sbattiamo le palpebre solo ogni 4-6 secondi”.
Vedi anche:Un nuovo approccio radicale alla depressione
Per la prima volta, gli scienziati del Max Planck sono stati in grado di dimostrare una correlazione tra la dilatazione della pupilla in risposta a una ricompensa prevista e la gravità della depressione. Più gravi erano i sintomi della depressione, meno dilatate sarebbero diventate le pupille. Lo studio mostra che la prospettiva di una ricompensa in pazienti gravemente depressi non porta alla stessa attivazione comportamentale degli individui sani. Anche con un’aspettativa così positiva, il sistema nervoso dei partecipanti potrebbe attivarsi meno efficacemente. “Sospettiamo che ci sia un sistema fisiologico alla base di questo che potrebbe spiegare l’anedonia spesso riportata nei pazienti depressi“, afferma il leader dello studio Victor Spoormaker.
I ricercatori dell’Istituto Max Planck ritengono che i disturbi psichiatrici dovrebbero essere raggruppati in modo diverso rispetto agli attuali gruppi di diagnosi. Un fattore decisivo potrebbe essere determinato dai dati biologici come la dilatazione della pupilla, che può essere misurata chiaramente. I pazienti con depressione che reagiscono meno fortemente con le loro pupille formerebbero un sottogruppo separato. “Allora saremmo in grado di trattare questi pazienti in modo mirato”, conclude Spoormaker.
Fonte: MPG