Per molte persone, invecchiare può, purtroppo, significare un aumento del rischio di malattie, dalle malattie cardiovascolari al cancro. Gli scienziati dell’Università del Michigan stanno attivamente ricercando le basi biologiche dell’invecchiamento con l’obiettivo di sviluppare interventi che potrebbero aiutare le persone a vivere vite più lunghe e più sane.
Un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances descrive la scoperta di diverse piccole molecole promettenti che sembrano ridurre lo stress cellulare nei topi e potrebbero allungare la vita. “La resistenza allo stress cellulare sembra essere una caratteristica comune degli organismi longevi, come invertebrati e topi”, afferma l’autore principale dell’articolo, David Lombard.
Usando le cellule per esaminare come una cellula risponde allo stress, i ricercatori sperano di sviluppare un sistema proxy con cui guardare all’invecchiamento.
Lo studio finanziato dalla National Science Foundation degli Stati Uniti, che utilizza lo screening ad alto rendimento, una tecnica che consente l’esame di centinaia di composti contemporaneamente, aggira alcune delle limitazioni poste dagli studi sui topi.
Per lo studio, che è stato condotto utilizzando l’infrastruttura informatica supportata da NSF, le cellule della pelle del topo sono state esposte a tre tipi di stress ambientale: un erbicida tossico chiamato paraquat, il metallo pesante cadmio e metil metansolfonato, che danneggia il DNA.
Dopo il trattamento con più di 4.500 composti, il team ha identificato centinaia di piccole molecole che conferivano un grado di protezione contro uno o più dei fattori di stress. Il team si è quindi concentrato su otto composti per un esame più approfondito di come funzionassero a livello molecolare.
Due candidati, AEG 3482 e cardamomo (che si trova in spezie come il cardamomo), sembravano attivare il percorso Nrf2 / SKN-1, che ricerche precedenti hanno dimostrato utile per aiutare le cellule a resistere allo stress.
Fonte: NSF