“I bambini europei stanno perdendo un paio di punti di Qi” per la presenza nell’ambiente di neurotossici, come piombo e mercurio ma anche diossina e Pcb. Cristina Saccuman, autrice del libro “Biberon al piombo”, edito da Sironi, non vuole accodarsi a quanti sostengono che sia in corso una “pandemia silenziosa” ma ritiene che appaiono sempre piu’ numerosi i casi di bambini con disturbi del neurosviluppo perche’ “siamo diventati bravi a individuarli e contarli e a capire le interazioni con l’ambiente”.
Se l’autismo era considerato una ventina d’anni fa un disturbo raro, che colpiva un bambino su 2.500, adesso viene diagnosticato in un bambino su 110. “Quello che e’ cambiato e’ il peso che viene dato all’ambiente e all’aumento dell’eta’ dei genitori, rispetto ai fattori genetici”, spiega Saccuman, ricercatrice associata all’Universita’ San Raffaele di Milano. La presenza di piombo nell’aria, nelle vernici, negli oggetti e fino al 2011 anche nei biberon e’ drasticamente diminuito – prosegue la studiosa – ma le ricerche stanno dimostrando che anche a livelli bassissmi non c’e’ soglia di sicurezza e che la concentrazione di piombo nel sangue corrisponde a punti di Qi. Negli ultimi anni e’ migliorata anche la situazione del mercurio, “ma le percentuali nell’aria restano molto pesanti”. Parimenti si registrano progressi significativi per diossina e Pcb ma “il latte delle donne europee risulta ancora nei valori medi contaminato in percentuali ritenute inaccettabili per il latte di mucca”; “in pratica – fa notare – il latte materno non potrebbe essere messo in vendita”. D’altro canto, il latte artificale per neonati presenta il rischio piombo, da cui e’ difficile salvarsi perche’ si trova anche nelle verdure, nei cereali e nell’acqua.
Eppure – riconosce la studiosa – i progressi sono innegabili: ad esempio in Italia la diossina risulta 10 volte piu’ bassa di quella che era stata riscontrata nelle regioni settentrionali negli anni ’70. “Molto ridotti anche i pesticidi, ma stanno salendo i Pbde, i ritardanti di fiamma: sono ben 209 e solo alcuni sono vietati. Siamo ancora in attesa di studi specifici ma sappiamo che almeno una parte puo’ avere effetti sul cervello”. Infine, c’e’ il capitolo Pm10, Pm2.5 e black carbon, sostanze anch’esse capaci di condizionare lo sviluppo neurologico. Per difendersi si possono prendere degli accorgimenti: ad esempio, non dare mai a un bambino il cucchiaio di peltro della nonna, o il giocattolo vintage. Da evitare i contenitori in cibo di ceramica smaltata, soprattutto di provenienza extraeuropea, e certa bigiotteria cinese. Limitare l’assunzione di grossi pesci predatori, come pesce spada e tonno
. Ed ancora, sostituire vecchie vernici e vecchie tubature al piombo, come anche gli oggetti (mobili, tessuti etc) con i ritardanti di fiamma. Ma soprattutto padri e madri devono stimolare intellettualmente i propri figli: “Anche in caso di grandissima esposizione, la potenza di un neurotossico e’ inferiore all’influenza dell’ambiente casalingo. Quasi niente e’ perduto in un bambino se i genitori parlano, raccontano, leggono con lui, lo portano in giro e gli fanno vedere le cose. Per questo, a soffrire di piu’ sono i bambini poveri che vivono in un ambiente sfavorevole. Gli inquinanti agiscono come sottrazione di potenziale: i piu’ fortunati compensano, gli altri no. Non dobbiamo mai dimenticare che gli stimoli ambientali sono cibo per il cervello”.
Fonte AGI