Per centinaia e centinaia di anni le persone hanno cercato di fermare il processo di invecchiamento. Tuttavia, i loro sforzi non hanno mai prodotto risultati positivi: non esiste elisir per gli anziani. Anche con l’ultimo progresso scientifico non possiamo fermare il danno che il tempo arreca ai nostri corpi. Ma ora gli scienziati della Saarland University hanno individuato uno dei fattori che contribuiscono all’invecchiamento.
L’infiammazione è uno dei principali responsabili dell’invecchiamento, ma in realtà non è una novità per gli scienziati. Per qualche motivo le cellule immunitarie diventano iperattive con l’età, causando infiammazione quando non è assolutamente necessario e provocando danni alle cellule che accelerano l’invecchiamento. Ciò è particolarmente evidente in quanto le malattie infiammatorie croniche, come l’aterosclerosi o l’artrite, sono molto più comuni tra gli anziani. Per molto tempo non sapevamo cosa causasse tutto questo, ma gli scienziati ora pensano di avere la risposta.
Sembra che il cosiddetto ormone dello stress cortisolo e la sua forma inattiva di cortisone contribuiscano notevolmente all’invecchiamento. In effetti, il cortisolo corporeo diminuisce con l’età, il che interrompe molti di processi nel corpo. Tipicamente il cortisolo e il cortisone sono prodotti dalla ghiandola surrenale. I macrofagi possono convertire il cortisone inattivo in cortisolo attivo, ma questa capacità diminuisce anche con l’età.
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Sebbene sia chiamato ormone dello stress, il cortisolo è in realtà una molecola di segnalazione biochimica molto importante, coinvolta in numerosi processi metabolici nel corpo. Le carenze di cortisolo portano a processi infiammatori nel corpo che danneggiano anche i macrofagi. Ciò provoca un effetto che alla fine si traduce in un rapido invecchiamento.
Gli scienziati hanno esaminato più a fondo il meccanismo dell’infiammazione e alcuni pezzi di questo enigma. Hanno scoperto che la proteina GILZ (cerniera di leucina indotta da glucocorticoidi), che svolge un ruolo critico in molti importanti processi del corpo umano, viene influenzata dalla riduzione del cortisolo e dai macrofagi danneggiati. È in grado di disattivare la risposta infiammatoria dei macrofagi, riducendo l’infiammazione e il danno che essa provoca.
Tuttavia, con l’età, i livelli di GILZ diminuiscono in modo significativo, accelerando ulteriormente il danno cellulare e l’invecchiamento.
Quando i macrofagi producono meno proteine GILZ, continuano semplicemente a rilasciare molecole infiammatorie di segnalazione. Non solo ciò contribuisce all’invecchiamento, ma provoca anche malattie infiammatorie che sono più comuni tra gli anziani. E non esiste una soluzione facile.
Gli scienziati sono alla ricerca di farmaci che possano ripristinare livelli salutari di GILZ, ma finora non hanno trovato nulla. Stanno cercando di ripristinare il danno dei macrofagi e ripristinare i livelli di cortisolo, ma questo è un compito difficile che non sarà realizzato negli anni più vicini.
Fonte: Saarland University