Sono in corso molti studi sperimentali per il trattamento della perdita di capelli:
Clonazione
Se riusciremo a coltivare i follicoli e a riprodurli potremo curare con l’autotrapianto anche i casi più disperati di calvizie, cioè i calvi assoluti. Sono in corso molti studi sperimentali ma al momento i bulbi non sono riproducibili perché le cellule da clonare, quelle staminali, non sono in mitosi.
Coltivazione delle papille dermiche
Curare anche i calvi totali o quasi è l’aspirazione di tutti coloro che si occupano di problemi di capelli. Varie sperimentazioni sulla possibile “clonazione” sono in corso in vari centri e ogni tanto si legge che finalmente è stato raggiunto questo obiettivo. Ultimissime anticipazioni di un imminente utilizzo clinico (2012) di questa metodica sono state esposte in un meeting che ha visto confluire a Milano scienziati di varie parti del mondo.
Soprattutto avanzate sono sembrate le ricerche effetuate dalla Scuola di Manchester sulla coltivazione delle cellule presenti nelle papille dermiche da cui originano i follicoli piliferi. Basterebbe un prelievo dalla parte posteriore del cuoio capelluto grande solo un centimetro per potere ottenere in una speciale coltura migliaia di cellule in grado di fare ricrescere i capelli una volta reiniettate nel derma della zona calva.
Queste cellule potrebbero inoltre essere conservate in “banche” che ne consentirebbero un utilizzo anche in tempi successivi a seconda quindi delle necessità della persona.
Ultimata la sperimentazione nei topi è iniziata quella nell’uomo dove i risultati al momento sono però ancora molto incerti. Questa procedura se dovesse raggiungere un impiego clinico permetterà di integrare le attuali tecniche di trapianto di unità follicolari per raggiungere entità di rinfoltimento ottimali. Dietro la linea anteriore ricostruita con la “tecnica FUT” potremo con una rapida serie di micropunture del tutto indolori “seminare” tutto il cuoio capelluto calvo o diradato per una ricrescita omogenea.
Terapia enzimatica
In uno degli ultimi numeri della rivista scientifica americana Nature sono stati pubblicati studi eseguiti nella università californiana di Stanford sul cosiddetto enzima TERT, una proteina che si è dimostrata capace in vitro di riattivare le cellule staminali presenti nel bulbo pilifero facendo ricrescere i capelli.
Infiltrazione di plasma autologo
Sono state recentemente individuate delle proteine, le citochine, in grado di stimolare i processi di cicatrizzazione cutanea e sembrerebbe anche la proliferazio e dei cheratinociti del follicolo e quindi la crescita del capello. Questi fattori di crescita sarebbero particolarmente presenti nelle piastrine del sangue. L’uso del plasma del paziente, trattato in modo da avere una alta concentrazione paistrinica, potrebbe se infiltrato nel cuoio capelluto stimolare la ricrescita dei capelli. Quanto al suo uso per migliorare la riuscita di un trapianto il metodo risulta del tutto ininfluente perché i bulbi innestati non hanno bisogno di alcun fattore di crescita.