Immagine: Public Domain.
Un team di ricercatori della Stanford University negli Stati Uniti e della Southern University of Science and Technology in Cina, ha trovato prove che suggeriscono che le metastasi del cancro potrebbero iniziare a svilupparsi molto prima di quanto si pensasse in precedenza.
Nel loro articolo pubblicato sulla rivista Nature Genetics, il gruppo descrive l’analisi del sequenziamento dell’intero esoma di molteplici tipi di tumori e ciò che hanno appreso al riguardo.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che la metastasi è il fattore principale nei decessi correlati al cancro. La metastasi è la diffusione delle cellule tumorali da un sito iniziale nel corpo a un altro. Succede in genere quando le cellule di un tumore si staccano e viaggiano attraverso il flusso sanguigno verso un’altra parte del corpo in cui si attaccano e iniziano a moltiplicarsi in un nuovo tumore. Sfortunatamente, nonostante gli enormi sforzi compiuti dalla comunità delle scienze mediche, la storia naturale delle metastasi non è ancora molto ben compresa e nemmeno la loro evoluzione clonale. E come notano i ricercatori, gli scienziati non capiscono ancora davvero l’impatto che il trattamento medico ha sui tumori metastatizzati, a parte il fatto che abbiano successo o meno. In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno cercato di saperne di più sulla diffusione dei tumori conducendo un’analisi dei dati associati ai malati di cancro, sia quelli il cui cancro aveva metastatizzato sia quelli che non avevano metastatizzato.
Il lavoro del team ha comportato la raccolta e l’analisi dei dati di sequenziamento dell’intero esoma su 457 tumori accoppiati primari e metastatizzati da 136 pazienti, inclusi campioni di pazienti con carcinoma del colon-retto, della mammella o del polmone. In particolare, alcuni dei dati includevano informazioni genetiche su tumori che non erano ancora stati esposti al trattamento.
Nello studio dei dati, i ricercatori hanno trovato un numero di mutazioni clonali inferiore alle attese nei tumori metastatizzanti, che, osservano, “suggerivano che la semina delle metastasi si verificava in alcuni casi anni prima di quanto ritenuto”. I ricercatori hanno anche scoperto che il trattamento ha avuto un impatto sull’evoluzione clonale: i tumori metastatizzanti trattati hanno avuto più mutazioni rispetto a quelli non trattati.
I ricercatori hanno anche utilizzato un approccio computazionale per creare stime del ritardo tra il momento in cui si è verificata la semina delle metastasi nei pazienti in studio e la prima volta che è stata eseguita una biopsia. Lo hanno trovato in media dai due ai quattro anni. Suggeriscono che la diffusione di tali tumori può aver luogo subito dopo la trasformazione del tumore originale e che possono essere necessari molti anni per la diagnosi.
Fonte: Nature Genetics