Immagine, le cellule T killer circondano una cellula cancerosa. Credito: NIH
Gli inibitori del checkpoint immunitario sono importanti farmaci che aumentano la risposta del sistema immunitario contro determinati tumori; tuttavia, tendono ad essere inefficaci contro il glioblastoma, il tumore cerebrale primario più mortale negli adulti. Una nuova ricerca sui topi condotta da ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) e dell’Università della Florida rivela una promettente strategia che rende il glioblastoma sensibile a questi farmaci.
I risultati dello studio, pubblicati negli Atti della National Academy of Sciences, indicano che tale terapia di combinazione dovrebbe essere testata negli studi clinici su pazienti con glioblastoma, per i quali non esiste una cura nota.
Parte del motivo per cui il glioblastoma non risponde bene agli inibitori del checkpoint immunitario e ad altre immunoterapie è perché le cellule chiamate cellule soppressori derivate da mieloidi (MDSC) si infiltrano nella regione circostante il glioblastoma, dove contribuiscono all’immunosoppressione, alla progressione del tumore e alla resistenza al trattamento.
Pertanto, il target di queste cellule può aumentare l’immunoterapia e migliorare le risposte al trattamento nei pazienti affetti. In uno sforzo collaborativo co-guidato da Jeffrey K. Harrison, Ph.D., del Dipartimento di Farmacologia e Terapia dell’Università della Florida e da Rakesh K. Jain, Ph.D., del Dipartimento di Radioterapia Oncologica di MGH e Harvard Medical School, i ricercatori hanno deciso di testare questa strategia.
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Utilizzando due modelli murini di glioblastoma, il team ha preso di mira i recettori, chiamati recettori delle chemochine, che sono importanti per consentire alle MDSC di infiltrarsi nella regione circostante il glioblastoma. Nei topi che sono stati allevati per mancanza del recettore 2 delle chemochine (CCR2) e per sviluppare il glioblastoma, le MDSC non sono state in grado di effettuare tale infiltrazione.
Il trattamento di questi topi con un inibitore del checkpoint immunitario ha stimolato una forte risposta immunitaria anticancro e ha prolungato la sopravvivenza degli animali. Nei topi con CCR2 normale, il trattamento con una molecola che blocca CCR2 ha avuto effetti simili.
“L’antagonista CCR2 utilizzato in questo studio, chiamato CCX872, ha superato gli studi di sicurezza di fase Ib in pazienti con tumori del pancreas e sono in corso studi clinici per studiare l’uso di inibitori del CCR2 in diversi tumori”, ha affermato Jain. “Pertanto, i risultati di questo studio supportano le MDSC che esprimono CCR2 come mezzo per migliorare le immunoterapie e giustificano lo studio di questa terapia di combinazione negli studi clinici per pazienti con glioblastoma“.
Fonte, PNAS