Gli scienziati del Gladstone Institutes, utilizzando modelli animali , hanno scoperto come la carenza di una proteine può essere legata alla demenza frontotemporale (FTD), una forma di demenza precoce che è simile alla malattia di Alzheimer. Questi risultati pongono le basi per le terapie di cui un giorno potranno beneficiare coloro che soffrono di questa malattie del cervello.
FTD è una malattia mortale che distrugge le cellule, o neuroni, che compongono i lobi frontale e temporale del cervello – in contrasto con il morbo di Alzheimer, che colpisce soprattutto i centri cerebrali della memoria nell’ippocampo. I primi sintomi di FTD includono cambiamenti di personalità, come ad esempio un aumento di attività irregolare o compulsiva. I pazienti in seguito, presentano difficoltà di espressione e lettura e spesso soffrono a lungo termine,di perdita di memoria. FTD è di solito diagnosticata tra i 40 e 65 anni, con conseguente morte che si verifica entro 2/10 anni dalla diagnosi. Nessun farmaco esiste per rallentare, fermare o invertire la progressione della patologia.
Uno studio condotto da un esperto investigatore Robert V. Farese, Jr., MD, offre la speranza di successo nella lotta contro questa e altre condizioni correlate. Nell’ultimo numero del Journal of Clinical Investigation , il Dr. Farese ed il suo team ha dimostrato come una proteina chiamata progranulina, controlla una classe di cellule chiamate microglia. Senza progranulina adeguata per mantenere sotto controllo le cellule microglia, esse diventano iperattive e questa iperattività tossica, causa infiammazione anormalmente prolungata che distrugge i neuroni nel corso del tempo e comporta sintomi debilitanti.
“Abbiamo scoperto che la mancanza di progranulina è legata a malattie neurodegenerative come l’FTD, ma l’esatto meccanismo che c ‘è dietro questo processo non è ancora chiaro”, ha detto il Dott. Farese, che è anche professore presso la University of California a San Francisco (UCSF) , con cui Gladstone è affiliato. “Comprendere il processo infiammatorio nel cervello è fondamentale se vogliamo sviluppare trattamenti più efficaci non solo per FTD, ma anche per altre forme di lesioni cerebrali come il morbo di Parkinson, il morbo di Huntington e la sclerosi multipla (SM) che sono probabilmente legate alla anormale attività delle cellule microglia.
Microglia sono un tipo di cellule del sistema immunitario e si trovano nel sistema nervoso centrale. dove normalmente secernono progranulina. I primi studi sulla lesione traumatica CNS, hanno rivelato che la progranulina si accumula sul luogo della ferita, suggerendo che abbia un ruolo nella risposta alle lesioni. Quindi, il Dr. Farese e il suo team hanno progettato una serie di esperimenti per decifrare la natura del rapporto tra progranulina e microglia.
In primo luogo, il team ha generato topi geneticamente modificati privi di progranulina ed ha monitorato come il cervello di questi topi ha risposto alle tossine, confrontando la loro risposta con quella di un gruppo di controllo.
“Come previsto, la tossina distrugge i neuroni in entrambi i gruppi di topi – ma i topi carenti di progranulina, hanno perso il doppio di neuroni rispetto al gruppo di controllo”, ha detto Lauren Martens Herl, uno studente di Gladstone e UCSF , autore principale dello studio. “Questo ci ha dimostrato che la progranulina è cruciale per la sopravvivenza dei neuroni. Abbiamo poi voluto verificare se la mancanza di progranulina stessa avrebbe potuto danneggiare queste cellule anche in assenza di tossine”
In una capsula di Petri, i ricercatori hanno artificialmente impedito alla progranulina di secernere microglia e monitorato come questa modifica ha interagito con i neuroni. Essi hanno osservato che un numero significativamente maggiore di neuroni sono morti in presenza di progranulina carente di microglia, rispetto ad una situazione non modificata.
Altri esperimenti hanno rivelato che questo è il meccanismo di base del processo che porta allo sviluppo della malattia. ‘. Microglia sono la prima linea di difesa del sistema nervoso centrale e le tossine, in sua assenza, scatenano l’infiammazione di protezione che può diventare tossica per i neuroni, se non controllata. Secondo il team, la progranulina ha un ruolo nell’attivazione della risposta delle cellule microglia e nella riduzione dell’infiammazione: senza progranulina, l’infiammazione prolungata ed eccessiva porta a danno dei neuroni e può contribuire alla vasta gamma di sintomi che affliggono chi soffre di forme FTD e altri disturbi gravi del cervello.
“I nostri risultati su progranulina e l’infiammazione potrebbero avere implicazioni terapeutiche importanti per la cura di devastanti malattie neurodegenerative” ha concluso il Dott. Farese.