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Un composto del tè verde aiuta gli RNA terapeutici ad infiltrarsi nelle cellule

Bere il tè verde è stato collegato a benefici per la salute che vanno dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alla perdita di peso. Anche se molte di queste affermazioni devono ancora essere verificate nella clinica, un antiossidante nel tè verde chiamato epigallocatechina gallato (EGCG) sembra avere effetti benefici su cellule e animali. Ora, i ricercatori hanno trovato un uso sorprendente delle EGCG: aiutano gli RNA terapeutici ad infiltrarsi nelle cellule. 

i risultati dello studio sono stati pubblicati in ACS Central Science.

I piccoli RNA interferenti (siRNA) hanno un grande potenziale terapeutico perché possono determinare l’espressione dei geni correlati alla malattia. Tuttavia, portare gli siRNA nelle cellule dove possono svolgere il loro lavoro è molto difficile. Essendo relativamente grandi e carichi negativamente, gli siRNA non possono facilmente attraversare la membrana cellulare e sono suscettibili alla degradazione da parte degli enzimi. Per superare questi problemi, alcuni ricercatori hanno provato a rivestire siRNA con vari polimeri. Tuttavia, la maggior parte dei polimeri di piccole dimensioni non può trasportare gli siRNA nelle cellule, mentre i polimeri più grandi possono essere efficaci, ma generalmente sono tossici. Yiyun Cheng e colleghi si sono chiesti se potevano usare le EGCG, che notoriamente si legano fortemente all’RNA, in combinazione con un piccolo polimero per formare nanoparticelle che trasportano in sicurezza siRNA nelle cellule.

( Vedi anche:Il tè verde Matcha uccide le cellule staminali tumorali nei test).

Il team ha creato le sue nanoparticelle combinando prima EGCG e siRNA che si autoassemblano in un nucleo caricato negativamente. Quindi, i ricercatori hanno rivestito questo nucleo con un guscio costituito da un polimero piccolo caricato positivamente. 

Queste nanoparticelle hanno distrutto efficacemente l’espressione di diversi geni bersaglio in cellule in coltura, dimostrando che le particelle potevano attraversare la membrana cellulare. 

Successivamente, i ricercatori hanno testato le nanoparticelle in un modello murino di danno intestinale, utilizzando un siRNA che mirava a un enzima pro-infiammatorio. Le nanoparticelle hanno migliorato i sintomi come la perdita di peso, l’accorciamento del colon e l’infiammazione intestinale. 

Oltre agli effetti di silenziamento genico di siRNA, le epigallocatechine potrebbero contribuire all’efficacia delle nanoparticelle attraverso le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie“, affermano i ricercatori.

Fonte: EurekAlert

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