Nell’articolo scientifico recentemente pubblicato su Scandinavia Journal of Child and Adolescent Psychiatry and Psychology, Erica Ramstad e altri ricercatori hanno esaminato le prove esistenti tra vari sintomi psicotici come allucinazioni, problemi di concentrazione o ansia e metilfenidato, un farmaco comunemente prescritto come trattamento per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività’ (ADHD) e narcolessia.
Il metilfenidato è uno stimolante che aumenta l’attività del sistema nervoso centrale, aiuta a combattere l’affaticamento, migliora e mantiene l’attenzione. Il suo uso medico è iniziato nel 1960 e continua a crescere da allora, raggiungendo un consumo globale di 2,4 miliardi di dosi nel 2013. Gli studi clinici hanno confermato la sicurezza e l’efficacia del farmaco e hanno dimostrato che il suo uso a lungo termine riduce le anormalità nella struttura e nella funzione del cervello solitamente associate con la sindrome di ADHD.
Attualmente circa il 5,3% di bambini e adolescenti in tutto il mondo soffre di ADHD. Gli psicostimolanti, incluso il metilfenidato, sono un trattamento farmacologico di prima scelta. Ramstad e altri hanno esaminato se il metilfenidato aumenta il rischio di sintomi psicotici nei bambini e negli adolescenti affetti dalla malattia. Sebbene la quantità e la qualità dei dati esistenti non consentissero loro di trarre conclusioni importanti, la loro ricerca suggerisce che i possibili sintomi avversi possono interessare dall’1,1% al 2,5% dei pazienti con ADHD trattati con metilfenidato.
Queste scoperte sono di grande importanza per pazienti, medici e operatori sanitari che dovrebbero essere consapevoli dei possibili effetti avversi del farmaco. In caso di comparsa di sintomi psicotici durante il trattamento con metilfenidato, i medici dovrebbero essere in grado di affrontare il problema, ridurre o interrompere il trattamento con farmaci stimolanti e garantire un trattamento adeguato.
Fonte: Exeley