Un team di ricerca della Queen’s University di Belfast, in collaborazione con un team internazionale di esperti, ha realizzato approfondimenti innovativi su come funzionano le malattie infiammatorie.
Questo sviluppo potrebbe portare nel tempo a nuovi trattamenti per una serie di malattie causate da infiammazione, tra cui sepsi, morbo di Crohn, psoriasi e sclerosi multipla.
I risultati sono stati recentemente pubblicati nella prestigiosa rivista scientifica Nature Communications.
Il team, guidato dal Prof. Paul Moynagh, Professore di immunologia presso l’Istituto Wellcome-Wolfson per la medicina sperimentale della Queen’s University di Belfast, insieme ai ricercatori del Wellcome-Wolfson Institute for Experimental Medicine di Queen’s, la Dr.ssa Alice Dubois e la Dr.ssa Rebecca Ingra hanno scoperto che una proteina chiamata Pellino 2 svolge un ruolo importante nel modo in cui il corpo inizia la risposta infiammatoria.
( Vedi anche:Da una proteina nuova cura per malattie infiammatorie).
Il Prof. Moynagh spiega: “L’infiammazione è la risposta del corpo alle infezioni da parte di microrganismi patogeni, che coinvolge il movimento dei globuli bianchi, come i neutrofili, dai vasi sanguigni, nel tessuto infetto dove distruggono il microrganismo invasore. Tuttavia, il reclutamento di neutrofili nei tessuti deve essere strettamente controllato poiché l’infiltrazione tissutale prolungata di queste cellule porterà a danni del normale tessuto sano. In caso di sepsi, vediamo l’infiammazione diffusa rapidamente in tutto il corpo come risposta a un batterio che causa infezione nel sangue che può portare a disfunzione d’organo pericolosa per la vita “.
La proteina scoperta dai ricercatori innesca il movimento dei globuli bianchi chiamati neutrofili dai vasi sanguigni nel tessuto che viene infettato dall’invasione di microrganismi. I neutrofili uccidono l’infezione, ma se si attardano troppo in questo copmpito, possono anche danneggiare il tessuto sano. Se si riesce a trovare un metodo per bloccare o controllare in modo efficace e sicuro la proteina, potrebbe in futuro essere sviluppata in una terapia specifica.
Il team di ricerca ha già avuto successo nell’arrestare la proteina in modelli di laboratorio e ora sta esplorando molecole che potrebbero potenzialmente trasformarsi in una terapia.
Le malattie infiammatorie sono considerate tra le più difficili da trattare, in particolare la sepsi rappresenta una sfida critica per gli operatori sanitari in prima linea. Capire come il corpo promuove la migrazione dei neutrofili nel tessuto può fornire indizi importanti per la progettazione di nuovi farmaci per il controllo delle malattie infiammatorie croniche come la sepsi.
Gli studi suggeriscono che la vulnerabilità alla sepsi è in aumento in tutto il mondo, dal momento che sempre più persone si sottopongono a procedure invasive o assumono farmaci immunosoppressivi per trattare altre condizioni croniche, a causa sia dell’invecchiamento della popolazione sia dell’accresciuto accesso all’assistenza sanitaria. Un aumento globale della resistenza agli antibiotici ha anche aumentato il rischio di avvelenamento del sangue, guidando una crescita dei casi di sepsi.
La Dr.ssa Alice Dubois, ricercatrice presso il Wellcome-Wolfson Institute for Experimental Medicine di Queen’s, ha commentato la svolta: “Il nostro team alla Queen’s University ha dimostrato che la proteina Pellino 2 è coinvolta nella produzione di molecole che promuovono l’infiammazione durante l’infezione batterica. Questa particolare proteina potrebbe quindi essere una strategia per il trattamento di malattie infiammatorie causate da batteri, un passo avanti fondamentale per migliorare il trattamento e gli esiti dei pazienti in una vasta gamma di malattie.
“La Queen’s University si impegna a risolvere i problemi di salute globale: le malattie infiammatorie sono prevalenti, problematiche e difficili da trattare e rappresentano una delle sfide più importanti nella ricerca medica di oggi”.
Il gruppo del Professor Moynagh comprende il Dr. Fiachra Humphries, il Dr. Ronan Bergin, il Dr. Nezira Delagic; Dr. Bingwei Wang e Ruaidhri Jackson della Maynooth University e il Dr. Shuo Yang della Nanjing Medical University, in Cina.
Fonte: Medicalnews