L’ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è una malattia debilitante dei vasi sanguigni del polmone che provoca l’insufficienza cardiaca e la morte precoce e colpisce centinaia di migliaia di pazienti in tutto il mondo. Le terapie disponibili non riescono a prolungare la vita dei pazienti, nonostante i costi che possono superare $ 200.000 per paziente, all’anno.
Un team di ricercatori dell’ Università di Alberta (Edmonton, Canada) e dell’Imperial College of Medicine (Londra) hanno riportato i loro promettenti risultati di uno studio clinico in fase iniziale con un nuovo farmaco per pazienti con PAH, già in trattamento con farmaci già approvati.
( Vedi anche:Identificata nuova causa genetica di ipertensione polmonare).
In un articolo pubblicato nell’edizione di questa settimana di Science Translational Medicine, i ricercatori hanno dimostrato che il farmaco generico, DCA, può ridurre la pressione sanguigna nei polmoni dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa polmonare, senza effetti collaterali significativi alle dosi sperimentate.
Il farmaco DCA funziona attivando i mitocondri, le unità produttrici di energia della cellula, che regolano anche il suo destino (decidono se la cellula può crescere o morire per autodistruzione), attraverso un processo chiamato apoptosi.
La funzione mitocondriale viene soppressa in PAH consentendo alle cellule di rivestire il lume dei vasi polmonari ed evitare l’apoptosi. Il conseguente sovraccarico di cellule restringe il lume del vaso sanguigno, rendendo il cuore più duro e aumentando la sua difficoltà a pompare il sangue per l’ossigenazione. Questa crescita di cellule somiglia alla crescita delle cellule tumorali, in cui anche la funzione mitocondriale viene soppressa e DCA ha mostrato la promessa anche come potenziale trattamento del cancro.
I ricercatori hanno studiato i polmoni dei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare rimossi durante la chirurgia del trapianto e sono stati in grado di tenerli vivi per poche ore, collegandoli a un respiratore e sottoponendoli a perfusione con sostanze nutritive, con o senza DCA. Essi hanno mostrato che l’obiettivo molecolare di DCA (un enzima mitocondriale chiamato piruvato deidrogenasi-chinasi o PDK) è presente in quantità maggiori nei polmoni dei pazienti PAH, rispetto ai polmoni dei pazienti che non hanno la malattia e che DCA inibisce efficacemente l’enzima, aumentando la funzione mitocondriale.
Oltre a misurare le pressioni dei polmoni del paziente nello studio clinico, i ricercatori hanno utilizzato tomografia a emissione di positroni e la tomografia computerizzata (PET-CT) e hanno dimostrato che il metabolismo polmonare dei pazienti è migliorato grazie ad un aumento dei mitocondri. “Questa è la prima volta che un farmaco che ha come target i mitocondri, si è dimostrato efficace nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare”, ha detto il Dr. Evangelos Michelakis, autore principale dello studio.
Mentre nessun paziente è peggiorato, alcuni pazienti (e alcuni polmoni) semplicemente non hanno risposto a DCA. I ricercatori hanno dimostrato che in questi pazienti, la presenza di due varianti del gene (polimorfismi a singolo nucleotide) codificano due proteine mitocondriali procurando una soppressione mitocondriale che era indipendente da PDK e quindi non sensibile al farmaco DCA. “Questo è un ottimo esempio di medicina di precisione, in cui i geni dei pazienti possono essere utilizzati per predire l’efficacia di un farmaco in un particolare paziente”, ha dichiarato il Dr. Martin Wilkins. “Questo lavoro sarà importante per la progettazione di sperimentazioni future con DCA (o altri attivatori mitocondriali)”, ha dichiarato Wilkins.
“Un altro aspetto importante dello studio è che DCA è un farmaco generico e quindi lo studio non è stato sponsorizzato da un’impresa farmaceutica, ma da fondi pubblici e donazioni, il che significa che se gli studi futuri confermano i nostri risultati e mostreranno un beneficio chiaro e definitivo di DCA inella ipertensione arteriosa polmoare, potremo avere un trattamento economico e alla portata di tutti “, ha concluso Michelakis.