Sei pasti al giorno sono migliori di tre per il controllo dello zucchero nel sangue nelle persone obese o con diabete di tipo 2, secondo nuove ricerche presentate all’ Associazione europea per lo studio del diabete (EASD) a Lisbona (11-15 settembre).
Lo studio, condotto dalla Dr.ssa Emilia Papakonstantinou del Dipartimento di Scienze alimentari e Nutrizione umana presso l’Università Agricola di Atene, insieme ai colleghi della Scuola medica dell’Università di Atene, dell’Ospedale universitario Attikon e dell’Università Harokopio, ha confrontato gli effetti di due modelli di pasto identici per quanto riguarda le calorie totali, sul metabolismo del glucosio e sulla sazietà.
( Vedi anche:Nuovo potenziale trattamento per obesità e diabete).
Studi recenti hanno dimostrato che cambiamenti di stile di vita negli individui con sintomi prediabetici possono rallentare o impedire la progressione del diabete di tipo 2, tuttavia gli autori fanno notare che “l’impatto della frequenza dei pasti sul metabolismo del glucosio è ancora sconosciuto”.
Questa ricerca confronta gli effetti del consumo di tre o sei pasti al giorno, mantenendo costante l’assunzione totale di calorie.
Lo studio ha esaminato 47 individui obesi divisi in tre gruppi composti da due gruppi con prediabete (con una tolleranza al glucosio compromessa) e un gruppo con diabete di tipo 2. I partecipanti hanno ricevuto una dieta progettata per il mantenimento del peso per 24 settimane, che è stata consumata in un modello a tre o sei pasti per 12 settimane prima di scambiare i gruppi.
Alla fine ed all’inizio di ogni intervento, sono stati prelevati ai partecipanti campioni di sangue per misurare i livelli di glucosio e insulina, insieme ad una gamma di altri marcatori. Anche i soggetti hanno controllato il loro peso ogni due settimane e sono stati incaricati di compilare dei test circa la loro fame, la sazietà e il desiderio di mangiare.
Anche se il peso corporeo è rimasto stabile nel corso dello studio, i partecipanti che avevano seguito il piano di assunzione di cibo in sei pasti, hanno avuto una diminuzione dell’ emoglobina glicata (HbA1c) e un migliore controllo di zucchero nel sangue.
Nei gruppi con prediabete, l’assunzione di cibo in sei pasti, ha ridotto la comparsa di livelli insulinici anormalmente elevati nel gruppo con la tolleranza al glucosio gravemente compromessa e ha ritardato il tempo necessario per il picco del glucosio nel sangue a seguito dell’ingestione di zuccheri.
Tutti e tre i gruppi hanno riferito una riduzione significativa della fame e meno desiderio di mangiare dopo aver seguito il piano dei sei pasti al giorno, rispetto al consumo dei tre pasti.
I ricercatori concludono: “Il nostro studio ha dimostrato che il modello a sei pasti invece che a tre pasti, pur assumendo le stesse calorie complessive, ha migliorato il controllo dello zucchero nel sangue e ridotto la fame nelle persone obese con prediabete o diabete di tipo 2”.
Questi risultati suggeriscono che un’aumentata frequenza dei pasti, consumati in tempi regolari, può essere uno strumento utile per i soggetti con obesità e diabete o prediabete.
Fonte: Medicalxpress