Immagine:aggregazione delle proteine nelle cellule endoteliali non esposte a PPI. Credit: Houston Methodist
L’uso cronico di alcuni farmaci per il bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo (GERD) accelera l’invecchiamento dei vasi sanguigni, secondo una ricerca pubblicata in Circulation Research (presto on line), una rivista dell’American Heart Association. Questo accelerato invecchiamento dei vasi sanguigni potrebbe portare ad un aumento delle malattie cardiovascolari, la demenza vascolare e insufficienza renale.
La ricerca, realizzata da un team del Houston Methodist Research Institute rappresenta una progressione del lavoro che John Cooke, MD, Ph.D., ha iniziato più di cinque anni fa e sostiene recenti studi epidemiologici retrospettivi che osservano le associazioni tra l’uso a lungo termine di inibitori della pompa protonica (PPI) e un aumento del rischio di attacco cardiaco, insufficienza renale e la demenza.
Gli inibitori della pompa protonica sono ampiamente utilizzati per il trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo e sono venduti over-the-counter negli Stati Uniti, ossia senza necessità di controllo medico. Mentre questi farmaci sono efficaci se assunti come prescritto, essi non sono stati approvati per l’uso a lungo termine e le prove suggeriscono che fino al 70 per cento dell’ uso di farmaci PPI può essere inappropriato.
Cooke, autore senior dell’articolo ed il suo team, hanno dimostrato che l’esposizione cronica a farmaci PPI accelera l’invecchiamento biologico delle cellule endoteliali umane che rivestono l’interno dei vasi sanguigni. Quando sono sane, le cellule endoteliali umane creano un rivestimento simile al teflon che impedisce al sangue di attaccarsi alle pareti dei vasi sanguigni, ma nei pazienti più anziani e malati, l’endotelio diventa più simile al velcro e gli elementi del sangue possono attaccarsi alle pareti dei vasi sanguigni e formare dei blocchi.
“Quando abbiamo esposto le cellule endoteliali umane per un periodo di tempo prolungato a questi inibitori della pompa protonica, abbiamo osservato l’invecchiamento accelerato delle cellule“, ha detto Cooke. ” Gli inibitori della pompa protonica riducono l’acidità anche nei lisosomi delle cellule endoteliali. I lisosomi sono come tritarifiuti cellulari e hanno bisogno di acido per funzionare correttamente. Abbiamo osservato accumulo di spazzatura cellulare nelle cellule endoteliali che hanno accelerato il loro processo di invecchiamento”.
Cooke sospetta che questo può essere il meccanismo unificante che spiega l’aumento del rischio di attacco cardiaco, insufficienza renale e la demenza, osservati negli utilizzatori di farmaci PPI a lungo termine.
“Questi farmaci non sembrano influenzare negativamente il cuore ed i vasi sanguigni se assunti per un paio di settimane. Tuttavia, abbiamo urgente bisogno di altri studi per valutare l’impatto dell’ uso a lungo termine di questi farmaci sulla salute vascolare in una vasta popolazione di pazienti. Inoltre è necessario valutare nuovamente se questi farmaci possono essere così accessibili, senza controllo medico”.
I primi lavori del Prof. Cooke hanno scoperto a livello molecolare che i farmaci PPI potrebbero provocare a lungo termine, malattia cardiovascolare e aumentare il rischio di attacco cardiaco. Questo lavoro ha portato ad uno studio collaborativo con i colleghi dell’Università di Stanford (PLoS ONE, Giugno 2015) che ha dimostrato in due grandi popolazioni di pazienti adulti che le persone che hanno assunto i farmaci PPI avevano tra il 16 al 21 per cento più probabilità di avere un attacco cardiaco rispetto alle persone che non hanno utilizzato i farmaci antiacido comunemente prescritti.
Cooke ha anche spiegato che mentre i farmaci PPI hanno mostrato di influenzare l’invecchiamento vascolare, gli antagonisti dei recettori H2 ( sono una classe di farmaci utilizzati per bloccare l’azione dell’istamina sulle cellule parietali dello stomaco, diminuendo in questo modo il rilascio di acido cloridrico), non influenzano negativamente l’endotelio.
Oltre alla malattia da reflusso gastroesofageo e bruciore di stomaco, i farmaci PPI trattano una vasta gamma di disturbi, tra cui l’infezione dal batterio Helicobacter pylori che causa l’ulcera, la sindrome di Zollinger-Ellison, e l’ esofago di Barrett.
Fonte: Medicalxpress