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Elevato consumo di carne e rischio di carcinoma a cellule renali

Le diete ricche di carne possono portare ad un aumento del rischio di sviluppare un carcinoma a cellule renali (RCC) attraverso l’assunzione di composti cancerogeni creati da determinate tecniche di cottura, come il barbecue e frittura.

Nel nuovo studio condotto dall’Università del Texas MD Anderson Cancer Center, pubblicato online questa settimana dalla rivista CANCER, i ricercatori hanno anche scoperto che gli individui con mutazioni genetiche specifiche sono più sensibili ai composti dannosi prodotti dalla cottura ad alte temperature.

Il carcinoma a cellule renali, la forma più comune di cancro del rene, causa circa 14.000 morti ogni anno, secondo l’American Cancer Society. L’incidenza del carcinoma renale è aumentata drasticamente nel corso degli ultimi anni e molti scienziati suggeriscono che in parte, la responsabilità è della dieta occidentale.

Uno dei maggiori colpevoli individuati nella dieta occidentale è il consumo di carne superiore alla media, collegato ad un aumento del rischio di cancro. “Tuttavia, non è ancora chiaro perché mangiare più carne eleva il rischio di cancro”, ha spiegato Stephanie Melkonian, Ph.D., specializzata in Epidemiologia e autore principale dello studio.

Un possibile meccanismo potrebbe essere l’ingestione di mutageni prodotti durante la cottura della carne, composti dannosi creati dalla cottura della carne a temperature elevate o direttamente sul fuoco. Barbecue e frittura, sono noti per indurre la formazione di sostanze cancerogene, compresi 2-ammino-1-metil-6-fenil-imidazo (4,5-b ) piridina (PhIP) e ammino-3,8-dimethyl imidazo (4,5-f) quinoxaline (MeIQx).

“Il rene è un organo biochimicamente attivo, responsabile del filtraggio di molte tossine nocive per il corpo e quindi ha senso studiare gli effetti della dieta alimentare, comprese le sostanze cancerogene, sul rischio di cancro del rene”, ha detto Melkonian.

Per caratterizzare meglio i fattori che contribuiscono al rischio di cancro del rene, i ricercatori hanno esaminato le abitudini alimentari e raccolto le informazioni genetiche da 659 pazienti con nuova diagnosi di cancro del rene e 699 soggetti sani. Sulla base delle risposte al sondaggio, i ricercatori hanno stimato il consumo di carne e l’esposizione agli agenti mutageni esaminando i dati di una Banca dati del National Cancer Institute.

“Abbiamo trovato un elevato rischio di cancro del rene associato sia all’ assunzione di carne che ai mutageni prodotti dalla cottura della carne e rilevato un effetto indipendente dei mutageni derivati dalla cottura della carne sul rischio carcinoma a cellule renali”, ha detto Wu Xifeng, MD, Ph.D, Professore di Epidemiologia e autore senior dello studio.

In particolare, i risultati mostrano che i pazienti affetti da cancro del rene hanno consumato più carne rossa e bianca rispetto agli individui sani. Inoltre, i ricercatori hanno identificato un 54 per cento di aumento del rischio associato con l’assunzione di cancerogeni PhIP e un rischio quasi raddoppio associato con l’assunzione di cancerogeni MeIQx. Questo è il primo studio che individua una associazione tra il rischio di cancro del rene e MeIQx.

“I risultati suggeriscono che il metodo di cottura è un importante fattore che contribuisce ad un aumento del rischio di cancro del rene associato ad un consumo elevato di carne, sia come carne rossa che bianca”, spiega Wu.

Questo studio è anche il primo a evidenziare la relazione tra i fattori di rischio genetici e l’assunzione di agenti mutageni derivati dalla cottura della carne. “Analizzando i geni noti per essere associati con il rischio di cancro del rene, abbiamo scoperto che un’elevata assunzione di queste sostanze cancerogene può essere particolarmente significativa per un certo sottogruppo della popolazione”, ha detto Melkonian.

Gli individui con variazioni del gene, ITPR2, sono più vulnerabili agli effetti del consumo di PhIP. Dato che questo gene è stato precedentemente associato al cancro del rene e rischio di obesità, i risultati suggeriscono che questa associazione può essere parzialmente spiegata con l’esposizione agli agenti mutageni derivati dalla cottura della carne. Esperimenti futuri cercheranno di chiarire i meccanismi che legano l’assunzione di mutageni e suscettibilità genetica.

“I nostri risultati supportano la riduzione del consumo di carne, soprattutto carne cotta ad alte temperature o direttamente sul fuoco, per ridurre il rischio e l’onere del cancro del rene”, ha concluso Wu.

I ricercatori non suggeriscono che gli individui dovrebbero eliminare completamente il consumo di carne dalla loro dieta, ma piuttosto consumarla con moderazione, come parte di una dieta ben bilanciata, completa di frutta e verdura. Per quanto riguarda le grigliate e la frittura,i ricercatori suggeriscono di evitare la carbonizzazione il più possibile.

Fonte: http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-11/uotm-imc110615.php

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