Un forte rumore, traumi, infezioni, invecchiamento, semplici cose possono distruggere le cellule ciliate, i delicati sensori di equilibrio e del suono dell’orecchio interno. E una volta che questi sensori sono stati danneggiati, il gioco è fatto: le cellule ciliate delicate non si rigenerano negli esseri umani, con conseguente perdita dell’udito e problemi di equilibrio.
Il primo autore dello studio, Ksenia Gnedeva, un postdoc impegnato nel laboratorio di James A. Hudspeth, ha iniziato la ricerca esaminando cambiamenti nell’espressione genica nell’ utricolo, uno dei due organi otolitici che si trovano nell’orecchio interno dei vertebrati.
L’utricolo, e in particolare la macula utricolare suo interno, fa parte dell’apparato vestibolare deputato al senso dell’equilibrio e alle sensazioni di movimento.
I ricercatori hanno osservato che l’attività di due geni è diminuita drammaticamente poco dopo che i topi sono nati e le cellule ciliate hanno cessato di svilupparsi nei loro utricoli. Questi geni codificano per le proteine Sox4 e Sox11, che svolgono un ruolo nel plasmare le identità delle cellule regolando l’espressione di altri geni.
Gnedeva ha testato il coinvolgimento di queste proteine nella formazione delle cellule ciliate, modificando la loro espressione. Quando entrambi i geni sono spenti, il ricercatore ha trovato che l’intero orecchio interno, non solo l’utricolo, si è sviluppato in modo anomalo. In altri esperimenti, sui topi più anziani le cui cellule ciliate erano interamente maturate, i ricercatori hanno scoperto che l’attivazione dei due gene aveva indotto la produzione di nuove cellule ciliate all’interno di un utricolo completamente sviluppato.
In seguito i ricercatori hanno esplorato la serie di interazioni molecolari che normalmente portano all’ attivazione di queste proteine e le fasi che seguono. “Il nostro obiettivo finale è quello di trovare una soluzione che ci permetterebbe di ripristinare le cellule ciliate più tardi nella vita. Queste proteine potrebbero essere potenziali obiettivi”, conclude Gnedeva.