Uno studio dell’University of Michigan Haelth System mostra che una sostanza usata da secoli, attiva meccanismi di protezione dei vasi sanguigni. Dal 13° secolo, la pianta erbacea velenosa chiamata Digitalis purpurea, è stata usata per pulire le ferite e le sue foglie secche venivano impiegate per il trattamento del gonfiore delle gambe causato da problemi cardiaci. In un articolo pubblicato on line sulla rivista Farmacologia Molecolare, i ricercatori hanno rivelato che la digossina, il principio attivo della pianta erbacea velenosa Digitalis purpurea, può migliorare il meccanismo di protezione del corpo contro l’ipertensione e insufficienza cardiaca. La maggior parte dei trattamenti attuali per la terapia dell’ipertensione, agisce sull’eccesso di ormoni e di segnali da stress. Studi recenti hanno dimostrato che il corpo ha la capacità di tenere sotto controllo l’eccesso di stimolazione responsabile dell’ipertensione, attraverso la produzione di una famiglia di proteine chiamate inibitori di RGS. Per la ricerca, gli scienziati hanno testato migliaia di farmaci noti e molecole bioattive per un potenziale ruolo nel migliorare le funzioni di RGS2 e RGS4 espressione ed hanno identificato un nuovo meccanismo della digossina che a basso dosaggio, incrementa i livelli di RGS2 nel cuore e nel rene.
Nuovo trattamento per il cuore da una pianta erbacea velenosa
Newsletter
Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail