Un composto naturale chiamato limonene, che si trova nelle arance e limoni, potrebbe essere indicativo nella diagnosi precoce della malattia epatica, secondo la ricerca pubblicata sulla rivista EBioMedicine dai ricercatori del Gruppo di Fisica Molecolare presso l’Università di Birmingham.
Il limonene è una sostanza che si trova in abbondanza negli agrumi, ma si trova anche in una grande varietà di altri prodotti ortofrutticoli. Può essere ingerito o inalato in quanto è un additivo alimentare comunemente usato in commercio per dare il sapore di frutta ad alcuni dolci e viene utilizzato anche nei cosmetici, profumi e prodotti per la pulizia.
La malattia epatica nel Regno Unito è aumentata notevolmente nel corso degli ultimi decenni ed è la terza causa di mortalità prematura, con tre quarti dei decessi per malattia epatica causata da abuso di alcol. I pazienti spesso non presentano sintomi fino a quando la malattia non è avanzata. Anche allora la diagnosi è difficile ed i sintomi ed i segni sono spesso generali e possono essere scambiati per altre patologie. Nel caso di cirrosi epatica, l’unico trattamento è il trapianto.
Lo studio del Gruppo di Fisica molecolare è stato effettuato in due fasi : nella prima fase i campioni di aria espirata da un gruppo di 31 pazienti affetti da cirrosi sono stati confrontati con un gruppo di controllo sano. Poi i campioni dei malati di malattie del fegato in fase di pre-trapianto sono stati confrontati con una sub-coorte di 11 pazienti che avevano già avuto un trapianto di fegato.
Quando i pazienti sono stati testati prima della chirurgia dei trapianti, il livello di limonene nel respiro è risultato essere molto alto, superiore a quello di una persona sana. Questo è il risultato di pazienti che non sono in grado di metabolizzare completamente il limonene.
Quando il team ha testato gli stessi pazienti che avevano ricevuto un nuovo fegato, i test hanno dimostrato che i livelli di limonene gradualmente erano scesi nell’arco di diversi giorni. I ricercatori hanno dedotto che il limonene non metabolizzato, era stato immagazzinato nel grasso corporeo di persone che soffrono di cirrosi.
Per effettuare il test, al gruppo di pazienti e di controllo è stato chiesto di fornire campioni di respiro che sono stati raccolti utilizzando un protocollo di campionamento del respiro sviluppato da Raquel Fernandez del Rio, una ricercatrice del Marie Curie Early Stage nel Gruppo di Fisica Molecolare. I campioni respiratori sono stati poi messi in uno strumento di analisi altamente sensibile che misura l’intensità del profumo di molecole che danno origine all’esperienza dell’ odore.
Margaret O’Hara, del Gruppo di Fisica Molecolare e ricercatrice principale del progetto, ha detto: ‘Precedenti studi hanno già trovato i potenziali biomarcatori per la malattia del fegato, come l’isoprene e l’acetone, tuttavia non sono sufficientemente specifici perché sono possibili biomarcatori per altre malattie o possono derivare da numerosi normali processi metabolici. Volevamo trovare un biomarker che è inequivocabilmente associato con il fegato malato”.
” Sapevamo già che le persone con malattie del fegato hanno un odore molto distinto del respiro e abbiamo voluto scoprire cosa ha causato questo odore. Ora che abbiamo trovato un biomarcatore per la malattia nel limonene, possiamo continuare a verificare quanto è utile per la diagnosi precoce delle malattie del fegato”.
“Se la nostra ulteriore ricerca avrà successo, in futuro possiamo prevedere un piccolo analizzatore portatile del respiro che può essere utilizzato da medici e altri professionisti per lo screening per le malattie del fegato in fase iniziale e che potrà portare ad un trattamento precoce e migliori tassi di sopravvivenza”.
Il Dr Chris Mayhew, Responsabile del Gruppo di Fisica Molecolare, ha commentato: ” I risultati del gruppo sono sorprendenti perché collegano il limonene al fegato malato piuttosto che semplicemente al paziente malato. Un vantaggio particolarmente importante dell’ analisi del respiro è che offre la possibilità di valutare la funzione globale del fegato, piuttosto che un test localizzato come la biopsia. È importante sottolineare che il nostro lavoro fornisce per la prima volta una potenziale via per la rilevazione non invasiva, in tempo reale, dello stadio precoce di cirrosi”.
Il Dr Fraser Reich di Kore, ha dichiarato: ” La possibilità di analisi del respiro come un mezzo per fornire diagnostica medica rapida e non invasiva è stata proclamato per anni, ma in pratica i dati clinici ottenuti sono risultati estremamente complessi. In questo caso, i ricercatori dell’Università di Birmingham sembrano aver trovato un biomarker unico attraverso il respiro che si correla con la malattia del fegato e le prime prove sono sia convincenti che emozionanti…”.
Fonte:
- R. Fernández del Río, M.E. O’Hara, A. Holt, P. Pemberton, T. Shah, T. Whitehouse, C.A. Mayhew. Volatile Biomarkers in Breath Associated With Liver Cirrhosis — Comparisons of Pre- and Post-liver Transplant Breath Samples. EBioMedicine, 2015; DOI:10.1016/j.ebiom.2015.07.027