Ictus, attacchi d cuore e lesioni cerebrali traumatiche sono patologie diverse con un fattore comune: la morte cellulare per ipossia o mancanza di ossigeno. In queste malattie, la mancanza di afflusso di sangue ai tessuti affetti, avvia un percorso di segnalazione che ferma, in ultima analisi, la produzione di molecole ATP che rilasciano energia, una condanna a morte per la maggior parte dlle cellule.
Utilizzando derivati di humanin, un peptide naturale codificato nel genoma dei mitocondri cellulari, i ricercatori della Ben Gurion University del Negev in Israele, stanno lavorando per interrrompere questo processo e guadagnare tempo prezioso per i tessuti destinati alla morte.
” I risultati ottenuti potrebbero fornire un nuovo composto per il trattamento di malattie necrosi legate come traumi cerebrali, ictus e infarto del miocardio, condizioni per le quali esistono trattamenti farmacologici efficaci attualmente disponibili che agiscono bloccando la necrosi”, ha detto Abraham Parola, Professore di Biophysical chemistry alla Ben Gurion University nel Negev in Beer-Sheva, Israele.
La ricerca sarà presentata questa settimana, alla Biophysical Society’s 59th annual meeting in Baltimore.
I derivati di humanin funzionano contrastando la diminuzione di ATP.
I ricercatori hanno testato, con successo, l’efficacia di analoghi humanin AGA (C8R) -HNG17 e AGA-HNG, trattando le cellule neuronali con questi peptidi, prima di esporle ad un agente necrotico.
In un precedente lavoro, Parola ed il suo team hanno affronatto le dinamiche delle membrane cellulari dei mitocondri ed il meccanismo d’azione dei farmaci anti-angiogenesi che affamano le escrescenze tumorali maligne, impedendo l’apporto di nutrienti ed ossigeno ai tessuti in rapida crescita.
” Un recente articolo pubblicato dal nostro team, ha suggerito il coinvolgimento di cardiolipina, un fosfolipide presente nelle membrane mitocondriali interne e coinvolto nel processo di necrosi. Durante questo lavoro ci siamo imbattuti in humanin e siamo rimasti colpiti dal suo effetto anti-apoptotico e anti-necrotico”, ha spiegato il ricercatore.
Parola ed i suoi colleghi hanno condotto studi in vivo trattando topi che avevano avuto lesioni cerebrali, con un analogo peptide HNG17, che ha ridotto con successo l’accumulo di liquido cerebrale e ridotto i punteggi neuronali, un metrica secondo cui un numero maggiore corrisponde a maggior grado di disabilità motoria.
Poichè i peptidi utilizzati dai ricercatori sono derivati naturali di humanin, un trattamento ideale potrebbe coinvolgere un sistema di erogazione del farmaco con HNG17 come composto guida, un processo aiutato dalla capacità del peptide di penetrare la membrana cellulare senza l’uso di reagenti supplementari.
Il lavoro futuro dei ricercatori comprende un’ulteriore esplorazione dell’attività ischemica nella cirrosi epatica indotta dall’attività del paracetamolo, oltre alla ricerca di un effetto sinergico tra humanin ed altri agenti anti-necrotici come gli inibitori della proteasi, per aumentare il suo potenziale clinico.
Fonte Biophysical Society via Science Daily