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Perché la carne rossa aumenta il rischio di malattie cardiovascolari? Colpa dei nostri batteri intestinali

Una nuova ricerca fornisce informazioni dettagliate su come i batteri intestinali trasformano un nutriente presente nella carne rossa in metaboliti che aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiache.

Lo studio è stato pubblicato sul numero di novembre della rivista Cell Metabolism.

risultati  di questa ricerca possono portare a nuove strategie per la tutela della salute cardiovascolare degli individui.

Precedenti ricerche guidate dal Dr. Stanley Hazen, del of Lerner Research Institute and the Miller Family Heart and Vascular Institute at Cleveland Clinic, hanno rivelato un percorso attraverso il quale la carne rossa può promuovere l’aterosclerosi o indurimento delle arterie. Essenzialmente, i batteri nell’intestino convertono la L-carnitina, una sostanza nutritiva abbondante nella carne rossa, in un composto chiamato trimetilammina, che a sua volta si modifica in un metabolita chiamato trimetilammina-N-ossido (TMAO)che promuove l’aterosclerosi. Ora il dottor Hazen e il suo team hanno esteso la loro precedente ricerca per individuare un’altro metabolita denominato gamma-butirrobetaina, che si genera a misura ancora maggiore dai batteri intestinali dopo che la  L-carnitina è stata ingerita e che contribuisce in maniera importante allo sviluppo dell’aterosclerosi.

I ricercatori hanno scoperto, da una sperimentazione effettuata sui topi, che il gamma-butirrobetaina è prodotto come un metabolita intermedio dai microbi intestinali a un tasso che è 1.000 volte superiore alla formazione della trimetilammina, nell’intestino.  Inoltre, il gamma-butirrobetaina può essere convertito in trimetilammina e TMAO. È interessante notare, tuttavia, i batteri che producono gamma-butirrobetaina da L-carnitina, sono differenti dalle specie batteriche che producono trimetilammina da L-carnitina.

La scoperta che il metabolismo della L-carnitina coinvolge due differenti percorsi microbici nell’intestino, così come differenti tipi di batteri, suggerisce nuovi bersagli per prevenire l’aterosclerosi – per esempio, inibendo vari enzimi batterici o alterando la composizione batterica con probiotici e altri trattamenti.

“I risultati identificano i percorsi che possono portare ad identificarenuovi  obiettivi per terapie ed interventi per bloccare o prevenire lo sviluppo della malattia di cuore”,  dice il Dott Hazen.

Fonte Cell Metabolism , 2014; 20 (5): 799 DOI: 10.1016/j.cmet.2014.10.006

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