Un nuovo studio potrebbe aver trovato un modo migliore di trattare la broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO).
La Dott.ssa Sandra Hodge del Lung Research Laboratory presso l’Istituto Hanson in Adelaide, South Australia, sostiene che trattare la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con l’ antibiotico azitromicina può essere più efficace rispetto al trattamento con steroidi attualmente prescritti.
Hodge ed un team del Dipartimento di Medicina Toracica presso il Royal Adelaide Hospital hanno somministrato il trattamento antibiotico per più di tre mesi a pazienti affetti da BPCO ed hanno trovato un migliore controllo del danno, morte e riparazione nelle cellule che rivestono le vie respiratorie.
Si stima che la BPCO possa diventare la terza causa di morte nel mondo, entro il 2020.
Hodge spiega che i pazienti affetti da BPCO hanno un aumentato rischio di colonizzazione batterica delle vie respiratorie e riacutizzazioni infettive.
“Il trattamento con corticosteroidi è spesso inefficace,” dice la ricercatrice. “Comprendere la base della continua infiammazione è fondamentale per lo sviluppo di nuovi trattamenti per questi pazienti”.
Lo studio, pubblicato in Respirology questo mese, sostiene che il trattamento con una bassa dose di azitromicina fornisce un’alternativa per affrontare le lesioni epiteliali persistenti delle vie aeree e una riparazione inadeguata nei casi di BPCO.
Lo studio ha confermato l’effetto anti-infiammatorio dell’ azitromicina sulle cellule epiteliali, in pazienti affetti dalla condizione.
La somministrazione ripetuta di azitromicina, per un periodo di tre mesi, ha soppresso la produzione di una specifica tossina delle cellule- T, la granzima B, nell’epitelio delle vie aeree.