Un nuovo studio rivela che alcuni batteri intestinali possono indurre cambiamenti metabolici a seguito di esposizione a dolcificanti artificiali.
I dolcificanti artificiali – promossi come aiuto per la perdita di peso e la prevenzione del diabete – in realtà potrebbero accelerare lo sviluppo di intolleranza al glucosio e malattie metaboliche e lo fanno in un modo sorprendente: cambiando la composizione e la funzione del microbiota intestinale – la popolazione sostanziale di batteri che risiede nel nostro intestino.
I risultati degli esperimenti nei topi e nell’uomo, sono stati pubblicati il 17 settembre sulla rivista Nature.
Il Dr. Eran Elinav del Weizmann Institute of Science’s Department of Immunology, che ha condotto la ricerca insieme al professor Eran Segal del Department of Computer Science and Applied Mathematics, sostiene che l’uso diffuso di dolcificanti artificiali in bevande e cibo, tra le altre cose, può contribuire alla epidemia di obesità e diabete che sta investendo gran parte del mondo.
Per anni, i ricercatori si sono interrogati sul perchè i dolcificanti artificiali non sembrano aiutare nella perdita di peso e alcuni studi suggeriscono che essi possono anche avere un effetto opposto. Iotam Suez, del laboratorio del Dr. Elinav, che ha condotto lo studio, ha collaborato con Gili Zilberman-Shapira e Tal Korem e David Zeevi del laboratorio del Prof. Segal per scoprire se i dolcificanti artificiali, che pur non contengono zucchero, hanno comunque un effetto diretto sulla capacità del corpo di utilizzare il glucosio.
Generalmente si pensa che l’intolleranza al glucosio si sviluppa quando il corpo non può far fronte a grandi quantità di zucchero introdotte con la dieta: è il primo passo verso la sindrome metabolica e diabete dell’adulto.
Per la sperimentazione, gli scienziati hanno somministrato ai topi, acqua con i tre dei dolcificanti artificiali più comunemente utilizzati, in quantità equivalenti a quelle consentite dalla US Food and Drug Administration (FDA). Questi topi hanno sviluppato intolleranza al glucosio, rispetto ai topi che hanno bevuto acqua senza aggiunta di dolcificanti o anche acqua e zucchero. Ripetendo l’esperimento con diversi tipi di topi e diverse dosi di dolcificanti artificiali, i ricercatori hanno ottenuto gli stessi risultati – queste sostanze hanno in qualche modo, indotto l’intolleranza al glucosio.
Successivamente, i ricercatori hanno studiato l’ipotesi che la flora intestinale fosse coinvolta in questo fenomeno. Essi hanno ipotizzato che i batteri potevano essere responsabili dell’intolleranza al glucosio reagendo alle nuove sostanze ossia i dolcificanti artificiali, che il corpo stesso non può riconoscere come alimenti. Infatti, i dolcificanti artificiali non vengono assorbiti nel tratto gastrointestinale e incontrano migliaia di miliardi di batteri nella flora intestinale.
I ricercatori hanno trattato i topi con antibiotici per eradicare molti dei loro batteri intestinali; ciò ha determinato un’inversione completa degli effetti dei dolcificanti artificiali sul metabolismo del glucosio. In seguito, hanno trasferito il microbiota da topi che hanno consumato dolcificanti artificiali in topi sterile o ” privi di germi” – con conseguente trasmissione completa dell’ intolleranza al glucosio nei topi riceventi. Questo, di per sé, è la prova conclusiva che i batteri intestinali sono direttamente responsabili degli effetti dannosi per il metabolismo del loro ospite, il dolcificante artificiale. Il gruppo ha anche trovato che l’incubazione del microbiota al di fuori del corpo, insieme a dolcificanti artificiali, è stata sufficiente a indurre intolleranza al glucosio nei topi sterili. Una caratterizzazione dettagliata del microbiota in questi topi ha rivelato profondi cambiamenti nella loro popolazione batterica, tra cui nuove funzioni microbiche che sono note per indurre una propensione all’obesità, il diabete e le complicanze di questi problemi, sia nei topi che negli esseri umani.
Per indagare meglio la funzione del microbioma umano, il Dr. Elinav e il Prof. Segal hanno esaminato i dati raccolti dal progetto Personalized Nutrition Project personalnutrition.org), la più grande sperimentazione umana fino ad oggi realizzata per esaminare il legame tra nutrizione e microbiota. Essi hanno scoperto una significativa associazione tra il consumo di dolcificanti artificiali, le configurazioni personali di batteri intestinali e la propensione all’intolleranza al glucosio.
Successivamente i ricercatori hanno condotto un esperimento controllato. Un gruppo di volontari che non avevano consumato cibi dolcificati artificialmente,sono stati invitati a consumareli per una settimana. Il gruppo è stato in seguito sottoposto a test per esaminare i livelli di glucosio e composizione della flora intestinale.
I risultati hanno mostrato che molti – ma non tutti – i volontari avevano cominciato a sviluppare intolleranza al glucosio dopo appena una settimana di consumo di edulcoranti artificiali. La composizione della flora intestinale ha spiegato la differenza: i ricercatori hanno scoperto due diverse popolazioni di batteri intestinali umani – uno che ha indotto l’intolleranza al glucosio quando esposto ai dolcificanti, e uno che non ha mostrato cambiamenti in entrambi i casi. Il Dr. Elinav ritiene che alcuni batteri presenti nell’intestino di coloro che hanno sviluppato l’ intolleranza al glucosio hanno reagito ai dolcificanti chimici secernendo sostanze che poi hanno provocato una risposta infiammatoria simile al sovraddosaggio di zucchero, promuovendo cambiamenti nella capacità del corpo di utilizzare lo zucchero.
il Prof. Segal afferma: “I risultati dei nostri esperimenti sottolineano l’importanza della medicina personalizzata e della nutrizione per la nostra salute generale. Noi crediamo che un’analisi integrata e individualizzata del nostro genoma, microbioma e abitudini alimentari, potrebbe trasformare la nostra capacità di comprendere come alimenti e integratori alimentari influenzano la salute e il rischio di malattia di una persona “.
Fonte http://www.newswise.com/articles/view/623410/?sc=sphr&xy=10010386